Ascoli, muore commesso del Tigre Un malore non gli ha dato scampo

Danilo De Angelis, dipendente del Tigre di Santa Maria Intervineas
ASCOLI - È stato un attacco cardiaco a non lasciare scampo a...

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ASCOLI - È stato un attacco cardiaco a non lasciare scampo a Danilo De Angelis, dipendente del Tigre di Santa Maria Intervineas stroncato ieri a 59 anni poco prima delle 7 davanti al supermercato. Come ogni mattina si stava recando al lavoro quando si è sentito male ed è stramazzato al suolo privo di sensi. A nulla sono valsi i tentativi di strapparlo alla morte da parte di alcun i passanti prima e del personale del 118 giunto sul posto pochi minuti dopo. Per lui non c’è stato nulla da fare. Erano circa le 6,45 quando si è consumata la tragedia. De Angelis, come ogni mattina, iniziava a lavorare presto per preparare il banco ortofrutta del supermercato di cui era responsabile. Aveva approfittato del passaggio in auto di un amico che lo aveva accompagnato e lasciato proprio in piazza Santa Maria Intervineas. Neppure il tempo di scendere dalla vettura e fare due passi che Danilo ha accusato il malore fatale ed è caduto a terra. Proprio in quel momento passava un infermiere del 118 che si è fermato per prestare i primi soccorsi. Nel frattempo, è stato richiesto l’intervento dell’ambulanza ma dopo oltre un’ora e mezza per rianimarlo non è rimasto che certificare il decesso. Increduli e visibilmente provati i colleghi (il negozio è rimasto aperto regolarmente) molti dei quali hanno assistito ai drammatici tentativi di rianimazione. Grande appassionato di calcio e tifoso dell’Ascoli, Danilo era amato e ben voluto da tutti per il carattere gioviale e la gentilezza che dimostrava con i clienti del supermercato. Con chi aveva più confidenza, era solito scambiare pareri ed impressioni sull’ultima partita dell’Ascoli o sul prossimo impegno dei bianconeri. Talvolta, incitava e si soffermava a parlare anche giocatori e dirigenti del Picchio che fanno spesa al Tigre. Ieri mattina, non sono mancati attimi commozioni anche tra i clienti che, stentando a credere a ciò che era avvenuto, hanno cercato inutilmente la sua figura rassicurante nei pressi della bilancia o tra gli scaffali a mettere in ordine la frutta e la verdura, così come era solito fare. Ad essere scossa è anche la comunità di Poggio di Bretta dove Danilo viveva insieme con l’anziano padre Giovanni che accudiva amorevolmente. 
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Corriere Adriatico