Il tribunale di Ascoli congela fino a giugno 140 incarichi di funzione nella sanità picena

Il tribunale congela fino a giugno 140 incarichi di funzione nella sanità picena
ASCOLI -  Congelati fino a giugno circa 140 incarichi di funzione e organizzativi (posizioni organizzative, caposala e altri) i cui bandi sono stati recentemente...

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ASCOLI -  Congelati fino a giugno circa 140 incarichi di funzione e organizzativi (posizioni organizzative, caposala e altri) i cui bandi sono stati recentemente pubblicati. La decisione è stata presa in tribunale durante l’udienza nella quale l’ex Asur e la Ast sono state chiamate in giudizio dai sindacati Nursind , Nursing Up e Usb nel procedimento per presunta condotta antisindacale. I vertici aziendali hanno richiesto un rinvio a giugno del procedimento «per la necessità di approfondimenti istruttori di carattere amministrativo medio tempore richiesti dagli organi interni e che potrebbero avere effetti sul giudizio in questione». 

L’Ast ha assicurato che fino ad allora non si darà seguito ai procedimenti compresi i bandi e le eventuali graduatorie approvate a seguito di selezione, anche nell’interesse delle parti ricorrenti. I tre sindacati esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto «che comprova la fondatezza delle proteste poste in atto, fino al coinvolgimento del prefetto avverso delle condotte dell’azienda lesive dei diritti e delle prerogative sindacali, nonché violative di norme di legge e contrattuali che disciplinano tali selezioni». I sindacati sostengono che prima di procedere alle nomine era doveroso un accordo sulle disponibilità economiche. Le organizzazioni sindacali continueranno a vigilare sull’operato della ex Asur Marche Area Vasta 5, «affinché sia ripristinata l’agibilità normativa delle procedure».


La Breast Unit 


Nel frattempo il comitato Madonna del Soccorso lancia l’allarme su un possibile smantellamento della Breast Unit, struttura che in ambito chirurgico si dedica alla patologia dei tumori del seno, a vantaggio del Mazzoni. Fu istituita dall’ex primario Siquini e mantenuta dal nuovo primario, professor Di Saverio il quale, secondo il comitato, potrebbe perdere il coordinamento clinico, ossia la figura decisionale più importante. «Secondo le informazioni pervenuteci - afferma il comitato - la figura prescelta farebbe capo alla sede presso la quale opera (ovviamente la provincia!) piuttosto che dall’esperienza professionale e dal carico di lavoro effettivo. L’ospedale di San Benedetto, dall’istituzione del percorso multidisciplinare, è sempre stata sede operativa, di ricovero e degenza, e merita pertanto un suo responsabile clinico che possa continuare nella sua attività, arrivata a 200 interventi l’anno e lavorando anche in pieno Covid». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico