ASCOLI - Danilo Damiano Chirico e Giorgio Giobbi sono i colpevoli dell’omicidio del commerciante ascolano Giovanni Albertini. I giudici della Suprema Corte di Cassazione si...
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Confermata, invece, la condanna a dodici anni di carcere per l’ex collaboratore di giustizia Danilo Damiano Chirico. La Suprema Corte ha quindi accolto almeno in parte i motivi del ricorso presentati dai difensori del quarantottenne ascolano - gli avvocati Sergio Liberati e Alessio De Vecchis - che avevano contestato anche l’applicazione da parte dei giudici di secondo grado per il loro assistito della recidiva, aspetto questo che non era stato richiesto dal Pm in primo grado e che, pertanto, non poteva essere applicata successivamente.
Nel calcolo della pena, i giudici anconetani considerarono una pena base di 11 anni e sette mesi di reclusione ai quali furono aggiunti altri 4 anni e cinque mesi di reclusione per la recidiva per poi arrivare a 17 anni e sei mesi con le aggravanti. Pena questa che, avendo scelto il rito abbreviato, venne ridotta di un terzo a 11 anni otto mesi di carcere. Il ricalcolo da parte della corte d’assise d’appello di Perugia la pena inflitta sarà minore. «Si tratta solo di una questione tecnica in quanto la recidiva non è stata chiesta dal Pm in primo grado e non appellata in Appello - commenta l’avvocato Mauro Gionni che difende gli interessi dei familiari di Giovanni Albertini che si sono costituiti in giudizio come parti lese. «Siamo soddisfatti che per entrambi gli imputati sia rimasto il reato di omicidio preterintenzionale». «Sono contenta per la sentenza, adesso mio padre può riposare in pace. Ma nessuno me lo ridarà indietro» commenta la figlia Sofia. Era la sera del 17 febbraio del 2016 quando Giovanni Albertini, in compagnia di un amico, si fermò in un bar di Piazza del Popolo. Di lì a poco ne scaturì una violenta lite con e Albertini fu raggiunto da alcuni schiaffi da Giobbi. Poi, Albertini cadde a terra e fu raggiunto da un calcio all’addome. Al termine della lite, Albertini ed il suo amico si allontanarono ma durante la notte, il cinquantottenne ascolano si sentì male e morì.
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Corriere Adriatico