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Appassionata d'arte e cultura, si è fatta conquistare da Ascoli Piceno, scelta come città d’adozione: qui si è anche sposata e ha avuto una figlia, Maia. Francesca Filauri ha trascorso la sua adolescenza inseguendo e realizzando il suo sogno di diventare notaio. «Alle scuole elementari dicevo alla maestra di voler fare il notaio, senza sapere cosa fosse - spiega Francesca, facendo un tuffo nel passato - perché non c’erano altri notai in famiglia. Forse qualcosa mi ha colpito ed è diventata la mia aspirazione. Solo un'esitazione al liceo, attirata verso la laurea in lettere. Mi sarebbe piaciuto fare il critico letterario, teatrale o cinematografico!».
La giovane Francesca sceglie giurisprudenza, si laurea in anticipo e marcia verso la carriera notarile: «Una professione che amo e faccio con passione! Così come amavo lo studio e la scuola: ero portata, ho sempre avuto molta memoria, però mi divertivo anche tanto».
Le poesie
Carattere deciso, allegro ed estroverso, passa gli anni spensierati di gioventù tra le comitive e le amiche del cuore: «Amavamo cantare le canzoni napoletane d’autore, scrivere le poesie di Neruda e Prevert sui nostri diari di scuola, per accompagnare i primi batticuore.
Le vacanze estive
Una famiglia felice, un’infanzia e un’adolescenza serena, tra viaggi ed estati trascorse spesso nella casa di Taormina, feste e grandi cene organizzate dalla mamma, con amici provenienti da ogni parte del mondo: «Poi, mio padre Serafino - aggiunge Francesca, ricordando il momento tragico al primo anno di università - è morto improvvisamente. Ingegnere edile, grande pianista diplomato al conservatorio di santa Cecilia, era una persona geniale e di grande temperamento. Quando mia figlia suona il pianoforte, mi ricorda lui».La mamma Maria è stata la colonna portante, soprattutto dopo questo shock: «Professoressa di inglese e francese al liceo, dopo il matrimonio ha smesso di insegnare per seguire la famiglia. Con la morte di papà si è dedicata anima e corpo a me e a mio fratello per farci realizzare i nostri sogni». Da giovane, Francesca studia pianoforte al conservatorio, canta per anni in un coro polifonico, si dedica alla corsa e alle passeggiate in montagna: «Sono sempre stata una persona dinamica. Mi hanno messo sugli sci sin da piccola e d’inverno andavamo a Ovindoli, Campo Felice o Roccaraso. Ai tempi del liceo, giocavo a pallavolo e negli anni impegnativi dell’università e del concorso notarile, ho praticato yoga per distendermi».
Il teatro
Appassionata di libri, cinema e thriller americani, della saga del Padrino e dei film di Pupi Avati, seguiva il teatro nelle varie rassegne estive abruzzesi e non rinunciava mai alle passeggiate invernali fino al Gran Caffè in centro ad Avezzano: «Impegnarsi a fondo per realizzare i propri sogni, vivere la vita intensamente, essere curiosi, viaggiare: questo è il mio messaggio per i ragazzi di oggi. Ma innanzitutto, studiare con impegno, perché la conoscenza apre la mente, fa pensare e sviluppa un giudizio critico. Il sapere ci rende liberi e indipendenti e ci fa realizzare nella vita!».
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Corriere Adriatico