OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ASCOLI - Che fine farà il patrimonio del comitato Ascoli 2024 istituito per ottenere il riconoscimento di Ascoli capitale della cultura poi battuta da Pesaro? Qualcuno ipotizza un suo passaggio alla neonata Fondazione per la cultura di Nazzareno Cappelli ma la scelta deve essere ufficialmente formalizzata. E fra i soci sostenitori qualche perplessità inizia ad aleggiare.
Lo scopo
I 270mila euro di Ascoli 2024 avrebbero dovuto finanziare anche interventi proprio per quell’anno ma ora che l’obiettivo è sfumato sembra essere venuta a mancare sostanzialmente anche la ragione sociale. Come sono stati utilizzati i fondi e che fine farà il patrimonio residuo? È opportuno trasferire tutto il pacchetto alla Fondazione Cultura o è meglio, ad esempio puntare di più su una Fondazione sul turismo allineandosi alle indicazioni della Regione (la Start ad esempio potrebbe beneficarne)? Sono riflessioni in atto che qualche socio mormora e che forse dovrebbero essere oggetto di un confronto all’interno del comitato presieduto da Angelo Galeati, sorto sotto i migliori auspici ma che poi è finito nel dimenticatoio dopo che le luci dei riflettori si sono spente a seguito della vittoria di Pesaro.
L’istituzione
Con atto notarile Ascoli 2024 nacque a ottobre del 2021 con soci pubblici e privati a fianco all’Arengo.
La stipula
Alla stipula dell’atto costitutivo erano presenti, oltre al sindaco Marco Fioravanti per l’Arengo, anche tutti i rappresentanti degli altri otto soci fondatori, ovvero Fondazione Carisap, Magazzini Gabrielli, Fainplast, Genera, Assistenza 2000, Bim Tronto, Start e Ciip. La Camera di Commercio delle Marche, invece, ha deciso di sostenere il progetto come sponsor, rinunciando ad entrare come decimo socio. i soci fondatori hanno dovuto versare una quota di trentamila euro ciascuno, per un totale di 270 mila euro. Il compito degli stessi fondatori era , tra le altre cose, anche quello di avviare un’azione di scouting e di ricerca di altri enti, aziende sponsor o cittadini disposti a contribuire alla causa.
Gli ingressi
A quel punto, con la costituzione del comitato e con la pubblicazione già avvenuta di uno specifico avviso dell’Arengo, sarebbero potute entrare altre aziende, enti o singoli cittadini come soci sostenitori (con quote da 10mila euro) o come soci ordinari (versando una quota di mille euro). Dunque spazio ad una sorta di azionariato popolare, per consentire a qualunque di farne parte. Tutte belle intenzioni purtroppo rimaste solo sulla carta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico