Fondazione Ascoli 2024, il rebus del patrimonio dopo il mancato riconoscimento di capitale della cultura

Palazzo Arengo
Palazzo Arengo
di Mario Paci
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Lunedì 29 Maggio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:13

ASCOLI - Che fine farà il patrimonio del comitato Ascoli 2024 istituito per ottenere il riconoscimento di Ascoli capitale della cultura poi battuta da Pesaro? Qualcuno ipotizza un suo passaggio alla neonata Fondazione per la cultura di Nazzareno Cappelli ma la scelta deve essere ufficialmente formalizzata. E fra i soci sostenitori qualche perplessità inizia ad aleggiare. 


Lo scopo


I 270mila euro di Ascoli 2024 avrebbero dovuto finanziare anche interventi proprio per quell’anno ma ora che l’obiettivo è sfumato sembra essere venuta a mancare sostanzialmente anche la ragione sociale.

Come sono stati utilizzati i fondi e che fine farà il patrimonio residuo? È opportuno trasferire tutto il pacchetto alla Fondazione Cultura o è meglio, ad esempio puntare di più su una Fondazione sul turismo allineandosi alle indicazioni della Regione (la Start ad esempio potrebbe beneficarne)? Sono riflessioni in atto che qualche socio mormora e che forse dovrebbero essere oggetto di un confronto all’interno del comitato presieduto da Angelo Galeati, sorto sotto i migliori auspici ma che poi è finito nel dimenticatoio dopo che le luci dei riflettori si sono spente a seguito della vittoria di Pesaro. 


L’istituzione


Con atto notarile Ascoli 2024 nacque a ottobre del 2021 con soci pubblici e privati a fianco all’Arengo. Aveva il compito anche di sostenere economicamente il progetto, tra iniziative, eventi e attività programmate per concorrere per il possibile riconoscimento di capitale della cultura. Il comitato è composto di otto soci, che affiancano l’Arengo, mentre la Camera di commercio all’ultimo momento ha deciso di sostenere l’iniziativa come sponsor anziché come decimo socio. Il comitato è partito con una dotazione iniziale di 270mila euro (30mila euro di quota per ciascuno dei nove soci) e l’impegno era di attrarre in futuro ulteriori sponsorizzazioni e a coinvolgere nuovi soci, sostenitori o ordinari, in una sorta di azionariato popolare per raggiungere l’obiettivo. Oltre a istituzioni e aziende, infatti, anche i semplici cittadini avrebbero potuto contribuire alla causa con una quota da mille euro entrando come soci ordinari entro la data prevista del 2 novembre 2021. E gli stessi soci ordinari avrebbero potuto poi eleggere un loro rappresentante all’interno del direttivo del comitato per seguire direttamente tutta l’attività che si intende svolgere. 


La stipula


Alla stipula dell’atto costitutivo erano presenti, oltre al sindaco Marco Fioravanti per l’Arengo, anche tutti i rappresentanti degli altri otto soci fondatori, ovvero Fondazione Carisap, Magazzini Gabrielli, Fainplast, Genera, Assistenza 2000, Bim Tronto, Start e Ciip. La Camera di Commercio delle Marche, invece, ha deciso di sostenere il progetto come sponsor, rinunciando ad entrare come decimo socio. i soci fondatori hanno dovuto versare una quota di trentamila euro ciascuno, per un totale di 270 mila euro. Il compito degli stessi fondatori era , tra le altre cose, anche quello di avviare un’azione di scouting e di ricerca di altri enti, aziende sponsor o cittadini disposti a contribuire alla causa.


Gli ingressi


A quel punto, con la costituzione del comitato e con la pubblicazione già avvenuta di uno specifico avviso dell’Arengo, sarebbero potute entrare altre aziende, enti o singoli cittadini come soci sostenitori (con quote da 10mila euro) o come soci ordinari (versando una quota di mille euro). Dunque spazio ad una sorta di azionariato popolare, per consentire a qualunque di farne parte. Tutte belle intenzioni purtroppo rimaste solo sulla carta.

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