Il direttore generale Gozzini rimuove Maraldo, direttore amministrativo a Torrette: «Notavo un clima diverso intorno a me»

Il direttore generale Gozzini rimuove Maraldo, direttore amministrativo a Torrette: "Notavo un clima diverso intorno a me"
ASCOLI La logica dello spoils system prevale sulle ragioni della meritocrazia. La prassi politica, in virtù della quale gli alti dirigenti della pubblica amministrazione si...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ASCOLI La logica dello spoils system prevale sulle ragioni della meritocrazia. La prassi politica, in virtù della quale gli alti dirigenti della pubblica amministrazione si alternano con il cambiare del governo, non risparmia Torrette: l’ospedale migliore d’Italia azzera i vertici che lo condussero a ottenere il prestigioso riconoscimento dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

Via prima il direttore generale, Michele Caporossi, nominato dalla giunta regionale di centrosinistra guidata da Luca Ceriscioli; da ieri è fuori anche il direttore amministrativo, espressione diretta dell’ex dg. Antonello Maraldo, (ascolano residente a Grottammare) con una lettera formale e neppure 24 ore di preavviso, non è stato riconfermato nell’incarico che sosteneva da sette anni e che avrebbe potuto ricoprire fino a dicembre del 2024. Unica concessione: rimarrà altre due settimane presidente della Fondazione Salesi, che affianca il presidio materno-infantile, per approvare il bilancio consuntivo 2022. Al suo posto arriva Cinzia Cocco.

 


Lo strappo

Armando Gozzini, dallo scorso primo febbraio all’apice dell’azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, cancella definitivamente la passata governance. Con un laconico «decisione dall’alto», nel tardo pomeriggio di lunedì, si è consumato lo strappo. Il dg che è arrivato da Palazzo Raffaello, dov’era direttore del Dipartimento della Salute, prima ancora lo era stato nell’azienda ospedaliera di Gallarate: aveva avuto un incarico anche nello staff medico del Milan ed era stato assessore esterno del Comune di Segrate dal 1996 al 2007, quando la giunta aveva i colori del centrodestra. Accantona l’amarezza, Maraldo non intende infilarsi nel vicolo cieco del rancore. «Non era nell’aria, ammetto tuttavia che mi circondava un clima d’incertezza». Con la voce che tradisce la nostalgia, rammenta: «Domani (oggi, ndr) sarebbero stati sette anni». Era il 1° marzo del 2016 quando arrivò, con la formula dell’aspettativa, nella cittadella sanitaria di Ancona da Teramo, dove per cinque anni era stato all’Inail, dove da oggi tornerà a operare nella stessa città, nonostante abbia ricevuto proposte da ospedali di altre regioni. Prima ancora, in forza all’Asur, zona territoriale di Ascoli, dal 2005 al 2009 aveva già ricoperto l’incarico di direttore amministrativo all’ospedale Lanciano-Vasto, l’esordio di quell’agire in coppia con Caporossi che anche allora era il direttore generale Ricorda solo il meglio della storia che s’è appena conclusa, Maraldo: «Ringrazio medici, infermieri, operatori sanitari, amministrativi. Per sette anni mi hanno concesso il privilegio di operare con una squadra forte e coesa».

Il tempo

Afferma ciò che era in principio: «Il tempo della mia permanenza qui, a Torrette, lo dividerei in due epoche: prima e dopo il Covid». Procede nel catalogare memoria e impegno: «Nella fase iniziale abbiamo revisionato il processo amministrativo e la fase concorsuale del personale. Sul lato sanitario ci siamo garantiti i migliori professionisti. Abbiamo costruito le basi per resistere». Dà seguito alla narrazione: «Dall’emergenza-pandemia siamo usciti provati ma più consapevoli». Arriva all’epilogo: «Il sistema aveva tenuto, siamo stati riconosciuti come l’ospedale migliore d’Italia». E ora qualche altra Regione (due, almeno) potrebbe prenderlo e sfruttare le sue competenze fuori dal comune. 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico