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ASCOLI - Rischia di esplodere la polemica sulla distribuzione dei vaccini ai medici di base che vede i Distretti dell’Area Vasta 5 penalizzati rispetto ad altre realtà delle Marche come Ancona (Sirolo) e Fermo (Amandola). Finora hanno ricevuto la metà dei vaccini rispetto agli altri.
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«È inaccettabile – attacca la consigliera regionale del Pd, Anna Casini - che la Regione penalizzi il Piceno sulla fornitura di vaccini. La differenza tra quelli assegnati ai medici di base piceni e quelli della provincia di Fermo, che ho personalmente verificato, è infatti macroscopica. La Regione dovrà spiegare il perché, dato che la nostra provincia ha un numero maggiore di abitanti.
«Ascoli Cenerentola delle Marche - prosegue - lo dico con grande tristezza perché chi ha fatto una campagna elettorale parlando solo di sanità, non solo non vigila ma consente che i cittadini piceni siano trattati come marchigiani di serie B. Facile promettere e pontificare, difficile governare. La gestione della campagna vaccinale non è trasparente: non vengono pubblicati i dati relativi al numero di vaccini somministrati ogni giorno nelle Aree Vaste, la loro tipologia e soprattutto a quali categorie e con quali priorità. Gli anziani allettati, i soggetti vulnerabili e i caregiver sono stati lasciati indietro e ogni giorno si svolge, come è stato scritto sulla stampa, la lotteria del vaccino: i cittadini non sanno cosa sarà loro somministrato e se sarà somministrato».
Intanto, sul fronte dei contagi, un altro focolaio è scoppiato nel Piceno dopo quello al funerale. Una festa all’aperto ha determinato il contagio (per ora) di sei ragazzi. Intanto, un’altra polemica si è aperta ad Ascoli dopo il no del consiglio comunale alla proposta del Pd per uno screening con tamponi agli studenti e al personale scolastico.
«È incomprensibile – commenta il capogruppo del Pd in Comune, Francesco Ameli - ignorare, in modo pregiudiziale le nostre proposte tra l’altro già adottate in altri Comuni e Regioni. Non accogliere una proposta utile solo perché a farla è l’opposizione è miope, anzi grave, se si pensa all’alto numero di classi attualmente in quarantena in città. Sebbene il vaccino resti la strada maestra ci vorranno mesi per terminare la somministrazione, e il turno degli studenti arriverà chissà quando. Possiamo far finta di ignorare ciò che accade nel sistema dei trasporti e durante i momenti di svago e di gioco, ma non possiamo farlo troppo a lungo».
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Corriere Adriatico