Impiegati Pfizer, accordo per quattro giorni su cinque in smart working. E si spera nella pillola anti Covid

Lo stabilimento Pfizer di Ascoli
 ASCOLI - La Pfizer è la prima industria nella provincia di Ascoli per numero di occupati (quasi mille compreso l’indotto) e ora conquista il primato anche per...

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 ASCOLI - La Pfizer è la prima industria nella provincia di Ascoli per numero di occupati (quasi mille compreso l’indotto) e ora conquista il primato anche per quanto concerne la contrattazione sullo smart working. La multinazionale americana, infatti, ha firmato l’accordo con i sindacati con il quale regolamenta il lavoro agile dopo la fine dell’emergenza sanitaria (prorogata a luglio ma con probabile estensione a settembre). 

 

 
L’accordo, che riguarda la categoria degli amministrativi (circa trecento dipendenti) prevede, su base volontaria, il ricorso allo smart working per quattro giorni su cinque lavorativi a settimana. Quindi almeno un rientro in azienda. Una formula che va incontro soprattutto ai pendolari che affrontano quotidianamente spese di viaggio o di alloggio non indifferenti. Oltre ai diritti sanciti dalla normativa introdotta nel 2017, il lavoratore in smart working avrà anche diritto di ricevere dal datore di lavoro gli strumenti di lavoro necessari per lo svolgimento della prestazione di lavoro al di fuori dei locali aziendali.

Allo stesso tempo, così come per chi svolge l’attività dall’ufficio, le modalità di utilizzo di tali dispositivi sono spesso regolate dalla normativa aziendale, che il lavoratore è sempre tenuto ad osservare. Inoltre, con alcune eccezioni, in virtù dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, il lavoratore in smart working ha diritto a non essere controllato a distanza dal datore di lavoro mentre svolge la propria attività professionale. In particolare, è stato previsto che i dispositivi, attraverso i quali il datore di lavoro effettua un controllo a distanza dell’attività dei lavoratori, potranno essere utilizzati dal datore di lavoro solamente per esigenze di carattere organizzativo e produttivo, di sicurezza del lavoro e di tutela del patrimonio aziendale.
Oltre alle responsabilità a carico del datore di lavoro in termini di funzionamento e di sicurezza degli strumenti assegnati in dotazione al lavoratore, anche quest’ultimo è tenuto a rispettare precisi obblighi, specie se previsti da un regolamento aziendale. In particolare, il lavoratore agile potrebbe essere considerato responsabile per l’utilizzo dei dispositivi tecnologici che gli sono stati assegnati, oltre a rispondere per la violazione delle direttive aziendali contenenti le indicazioni sul corretto utilizzo di tali mezzi. Al lavoratore smart potrebbe dunque essere impartito di custodire con diligenza gli strumenti ricevuti dal datore di lavoro, ma potrebbe anche essere responsabile della riservatezza dei dati aziendali ai quali può accedere. Ma c’è anche un altro aspetto che riguarda lo stabilimento di Campolungo.


La direttrice del settore medico di Pfizer, Valentina Marino, ha infatti annunciato la sperimentazione in fase 1 di una pillola anti Covid già a partire dal prossimo anno. La produzione del farmaco dovrebbe avvenire a Friburgo ma chissà mai che possa essere delegata anche ad Ascoli dove l’eccellenza della produzione è internazionalmente riconosciuta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico