Botte e insulti a un vigile Otto mesi in appello a un ascolano

Botte e insulti a un vigile Otto mesi in appello a un ascolano
ASCOLI - In primo grado il tribunale di Ascoli lo aveva condannato ad una pena di 8 mesi di reclusione, oltre al risarcimento, in sede civile, del danno causato alla persona per...

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ASCOLI - In primo grado il tribunale di Ascoli lo aveva condannato ad una pena di 8 mesi di reclusione, oltre al risarcimento, in sede civile, del danno causato alla persona per le percosse ricevute. Assistito dall’avvocato Umberto Gramenzi, I. B., ascolano di 36 anni, ha proposto appello alla condanna. La corte di Ancona, valutate le istanze addotte dal legale dell’indagato, ha confermato la precedente decisione contro la quale quasi sicuramente verrà presentato l’ultimo appello alla Corte di Cassazione. I.B. era stato accusato di aver minacciato ripetutamente un ufficiale del locale corpo di polizia municipale, usando nei suoi confronti violenza colpendolo con una testata e con un pugno al petto che causavano al vigile urbano contusioni allo sterno ed alla fronte. Al pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni, dove veniva trasportato subito dopo il fatto, i sanitari di turno l’ufficiale veniva relazionato con una prognosi non inferiore ai 40giorni.


L’episodio incriminato si è verificayo nel mese di settembre 2008. L’ufficiale dei vigili urbani si trovava in servizio nella zona del centro storico. Nei pressi di Piazza Roma, in una zona pedonale interdetta al traffico veicolare, aveva notato che era stata lasciata parcheggiata un’auto di grossa cilindrata. Vedendo che da un bar poco distante stava uscendo una persona chiedeva alla stessa se per caso il fuoristrada parcheggiato in zona vietata fosse il suo. Anziché scusarsi per l’infrazione commessa, l’automobilista iniziò a minacciare il vigile con frasi pesanti. Poi, salito sull’auto l’automobilista si allontanò. Dopo qualche decina di secondi, però, tornò indietro mentre il vigile stava redigendo il verbale di contravvenzione. La cosa fece perdere le staffe a I. B. che, oltre a reiterare frasi offensive e minacciose, lo colpì con una testata che faceva finire a terra gli occhiali dell’ufficiale e subito dopo con un pugno all’altezza dello sterno. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico