Progettava attentati: Stefano Manni, processo al via. È considerato capo di un’associazione di estrema destra

Progettava attentati: Stefano Manni, processo al via. È considerato capo di un’associazione di estrema destra
ASCOLI -  Si è aperto a Chieti il processo con l’audizione di tre testimoni, tutti investigatori, della Procura per i 16 componenti dell’associazione di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ASCOLI -  Si è aperto a Chieti il processo con l’audizione di tre testimoni, tutti investigatori, della Procura per i 16 componenti dell’associazione di estrema destra Avanguardia Ordinovista, accusati di progettare attentati ai danni di extracomunitari, a politici privi di scorta compresi in un elenco, a sedi di Equitalia, Tra gli imputati c’è anche Stefano Manni, l’ascolano già accusato di associazione terroristica finalizzata alla ricostituzione del disciolto movimento politico “Ordine Nuovo”.

LEGGI ANCHE:

Nasce la app Corriere Adriatico Mobile: personalizzata, facile, ricca di opzioni. Scopriamola insieme

 

Manni avrebbe avuto un ruolo determinante nell’associazione tanto da esserne definito “il capo”. Secondo la Procura, l’ascolano insieme ad un gruppo di seguaci avrebbe costituito l’associazione “Avanguardia Ordinovista” con l’intenzione di organizzare attentati terroristici per destabilizzare l’ordine pubblico. Il fine ultimo però era quello di entrare all’interno delle istituzioni con un partito eletto, dunque legittimato dal voto popolare, seguendo la più pacifica via democratica.

Le indagini Nel corso delle indagini e successivamente durante l’iter processuale, la magistratura inquirente aveva sostenuto che tra le attività portate avanti dal gruppo di persone finito sotto inchiesta ci sarebbero state anche varie iniziative volte a promuovere la crescita culturale degli aderenti alle idee di estrema destra. È anche emerso come gli aderenti all’organizzazione utilizzassero complesse modalità di comunicazione sui social network a fini propagandistici con lo scopo di fare proselitismo e provocare l’innalzamento della tensione sociale; mentre un altro canale era “riservato” ai soli sodali per discutere le progettualità ritenute eversive. Inoltre, stando a quanto sarebbe emerso nel corso delle indagini, il gruppo aveva ricercato armi sul mercato clandestino. 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico