Arredi fuori da bar e ristoranti I Commercianti pronti alla battaglia

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ASCOLI - "No agli improvvisi cambiamenti imposti da Comune e Soprintendenza ". Non mollano le idee sul proprio arredo esterno i bar e i ristoranti sollecitati in queste ultime settimane dall'Arengo, tra coloro che in centro presenterebbero "elementi che arrecano pregiudizio alla cornice architettonica in cui sono inseriti". Dopo il caso dehor ora è toccato l'out-out anche tutti gli altri esercizi che in centro vantano all'esterno elementi non facilmente movibili e quindi ritenuti "disturbanti in contesti con accentuata connotazione culturale". Avvertimenti con relative missive in merito sono arrivati ai titolari delle attività attive presso luoghi di notevole valore culturale, affinchè in tempi brevi si adeguino all'adeguamento richiesto, che prevede l'assoluta mancanza di perimetrazioni delle aree relative al servizio all'aperto, né la presenza di recinzioni con arredi floreali. Ad essere rigorosamente banditi sono anche pedane, tettoie, tendoni e, in linea di massima, tutti gli elementi che appaiano non di facile rimozione. Ad essere maggiormente messi sotto torchio sono stati i commercianti che attualmente operano con allestimenti esterni vicini a monumenti, musei, chiese, piazze, palazzi antichi. "Presentai il progetto nei minimi particolari e me lo approvarono: se me lo avessero negato non avrei speso tutti quei soldi" spiega Fabio Lori, titolare dell'omonimo bar di corso Mazzini vicino alla Loggia dei Mercanti, a cui viene contestato anche stile e colore del dehor realizzato. "Chiedono di togliere gli elementi che delimitano lo spazio dei tavoli, anche trasparenti: questo significa chiudere, perché d'inverno all'aperto non si può stare senza ripari" dichiara Danilo Santini della 'Pasticceria Angelo' di piazza Simonetti, la cui area, tra l'altro, è già molto minimal. "Sono venuti persino i vigili urbani a intimarmi di smantellare la struttura esterna: però vedo che la legge non è uguale per tutti" afferma Fabio Capponi del 'Caffè Sestili', riferendosi all'estrema libertà che si prendono molti bar nell'allagarsi a piacere quando mettono tavoli e sedie all'aperto”.
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Corriere Adriatico