ASCOLI - Aiutare l'Arengo a vendere i propri edifici a destinazione turistico-ricettiva o commerciale. L'obiettivo finale, per l'ente comunale, è quello di fare...
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Fatto sta che mai come in questo momento risulta difficile, per gli enti pubblici, riuscire a fare cassa vendendo il proprio patrimonio. In ogni caso, l'atteso arrivo dei tecnici demaniali ad Ascoli dovrebbe servire per cercare di focalizzare meglio tutto il discorso delle vendite, con l'effettuazione di sopralluoghi specifici nelle strutture inserite nella lista delle alienazioni e con la successiva analisi per arrivare a definire stime corrette degli immobili stessi. In modo da poterli rendere effettivamente appetibili sul mercato. Si cerca, quindi, di stringere i tempi per sbloccare le procedure necessarie alla messa in vendita di questi beni turistico-ricettivi anche attraverso il Demanio, sulla base delle apposite schede fornite a suo tempo dall'Arengo.
Tutto il discorso era stato avviato già a primavera dello scorso anno, attraverso una riunione specifica, convocata proprio dall'Agenzia demaniale, alla quale avevano preso parte rappresentanti e tecnici dei vari Comuni piceni e della Provincia. E per l'Arengo a seguire la questione c'erano l'assessore al patrimonio, Giovanni Silvestri, e il dirigente Ciccarelli. Gli stessi che a tutt'oggi continuano a seguire da vicino l'evolversi della situazione. Il confronto iniziale, di fatto, era stato, imperniato proprio sulla richiesta a tutte le Amministrazioni comunali ed alla Provincia di presentare entro la fine di maggio 2015 tutte le schede tecniche dei possibili immobili a destinazione turistico-ricettiva o commerciale di proprietà degli enti che possono essere messi in vendita per fare cassa.
In questo contesto, l'Agenzia del Demanio fungerà da supporto per poter alienare tali beni ad eventuali privati interessati. E questo, ovviamente, mantenendone le stesse destinazioni. In tal senso, l'Amministrazione comunale ascolana, rappresentata da Silvestri, come detto ha individuato tra i possibili immobili della tipologia richiesta da mettere in vendita, sia il centralissimo palazzo che ospita l'elegante hotel Guiderocchi che i due complessi di Villa Sgariglia, a Piagge e Campolungo, così come l'edificio che ospita la Taverna di Cecco (considerando però che proprio ora si è predisposto il rinnovo del contratto di affitto, rimodulato, con l'attuale gestore).
A circa un anno di distanza da quel primo incontro, ora si rende necessario stringere i tempi e, dopo le verifiche dei tecnici del Demanio, si andranno a definire i prezzi base di vendita di ciascun edificio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico