Ascoli, abusi sessuali sulla nipote La ragazzina racconta i vizi dello zio

L'adolescente ha raccontato ai giudici il suo incubo
ASCOLI - Audizione protetta ieri mattina, alla presenza del presidente e dei giudici componenti il collegio giudicante, per una ragazzina, oggi diciassettenne ma al tempo dei...

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ASCOLI - Audizione protetta ieri mattina, alla presenza del presidente e dei giudici componenti il collegio giudicante, per una ragazzina, oggi diciassettenne ma al tempo dei fatti non ancora quattordicenne costretta a subire in più di una circostanza violenza sessuale da parte di uno zio. 

Nel corso dell’udienza l’adolescente assistita dall’avvocato Umberto Gramenzi, ha raccontato con lucidità e precisi riferimenti i comportamenti che lo zio avrebbe tenuto nei suoi confronti nel periodo compreso fra l’agosto 2013 e il dicembre 2014 durante il quale avrebbe vissuto un incubo nonostante tentasse di evitare di doversi trovare sola in casa con lui. Il presidente del collegio le ha rivolto alcune domande alle quali ha risposto senza manifestare il minimo tentennamento. Al termine il collegio ha deciso di aggiornasre il processo al 19 luglio nel corso della quale verranno sentiti i poliziotti della Questura ascolana che hanno condotto le indagini ed i genitori della minorenne. 
Contemporaneamente è stato dato incarico ad un perito di trascrivere i Whatsapp che sono stati trovati nei telefonini dello zio di 44 anni e della ragazzina. La quattordicenne era stata affidata agli zii. Più volte, nonostante il manifestato dissenso, imbarazzo ed irrigidimento della minorenne, lo zio , mentre si trovava seduto sul divano a vedere la televisione con accanto la nipote, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali. Approfittando del fatto che la moglie non si trovava in casa, quindi solo con la nipote, l’avrebbe costretta anche ad assistere alla proiezione di film pornografici che venivano proiettati sul piccolo schermo ed a subire atti sessuali nonostante lei tentasse con tutte le sue forze di evitarli senza però riuscirvi. In ripetute circostanze, quando zio e nipote si trovavano in casa e nessuno avrebbe potuto vedere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico