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Di fatto si tratta di un lavoro in grado di rendere Ascoli la prima città digitalizzata delle Marche ed una delle prime in Italia, grazie all’impegno delle tre cooperative del consorzio “Il Picchio”: Pulchra, Green Park e Together we can.
«Così si invoglia alla visita dal vivo»
«Lo scopo è conservare queste opere d’arte e farle conoscere utilizzando strumenti innovativi» ha aggiunto Papetti. Il direttore dei musei civici ha sottolineato che la digitalizzazione dei beni culturali e loro visione virtuale non esclude la visita dal vivo del pubblico ma anzi la invoglia. «Bisogna essere in grado di intercettare i fondi Pnrr, attraverso un precisa progettualità, grazie a visioni e strategie» ha commentato Clini della Politecnica, spiegando che il lavoro svolto si concretizza in tre tour virtuali introduttivi al Museo della Ceramica, alla Galleria Licini e al museo dell’alto Medioevo del Forte Malatesta; una web museum della Pinacoteca con modelli 3d accompagnati da brevi spiegazioni; lo sviluppo dei contenuti per realtà aumentata; un modello a nuvola di punti del palazzo comunale; 4 immagini in megapixel su quadri quali “L’Annunciazione” di Guido Reni, “Ritratto di gentiluomo” di Antonio Mancini, “San Francesco riceve le stimmate” di Tiziano e “Passeggiata amorosa” di Pelizza da Volpedo; i modelli 3D di 16 pezzi delle collezioni comunali conservati in Pinacoteca, in Galleria, nel Museo della Ceramica, Forte Malatesta e 2 dipinti in deposito nella Prefettura.
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