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ARQUATA - La preoccupazione degli arquatani per l’intenzione di istituire la pluriclasse per gli alunni delle scuole medie era stata rappresentata al premier Mario Draghi nel giorno del quinto anniversario dal sisma. Il giorno dopo erano arrivate dal governo le rassicurazioni che la pluricasse non sarebbe stata istituita. Ma, a distanza di circa due settimane, nulla è stato fatto e, anzi, lo spettro dell’accorpamento, si sta con il passare dei giorni concretizzando.
E l’associazione Arquata Futura, in un estremo tentativo di evitare quello che viene ritenuto un ulteriore colpo micidiale per un territorio costretto a fare con la morte e la distruzione causata dal sisma, chiede al ministro dell’Istruzione di intervenire con rapidità.
Le proteste
«A seguito delle proteste dell’Amministrazione comunale e delle associazioni che operano nel territorio di Arquata, e delle rimostranze analoghe che nel frattempo arrivavano da altri comuni del cratere, il 25 agosto era arrivata l’assicurazione che uno stanziamento di 400 milioni assegnato al Ministro per l’Istruzione avrebbe consentito di mantenere il numero di classi dello scorso anno scolastico almeno per quello in procinto di iniziare.
La promessa
«Come è possibile che accada tutto questo? Come dobbiamo considerare la promessa solenne e qualificata che non ci sarebbero state pluriclassi nelle nostre scuole? Può un funzionario smentire nei fatti un provvedimento governativo dato per acquisito? - si interroga l’associazione arquatana che auspica una soluzione in tempi rapidi -. Le chiediamo,ministro, di intervenire per risolvere una questione che, per le nostre zone così duramente provate, è piena di gravi conseguenze. Come già abbiamo sottolineato in altra occasione, la qualità dell’offerta scolastica è fattore decisivo nella decisione delle famiglie di tornare o andare via dalla zona più colpita dal terremoto». A circa una settimana dall’inizio dell’anno scolastico, la situazione che si sta registrando in questi giorni sta facendo preoccupare i residenti di Arquata e dell’entroterra montano del Piceno che temono per il loro futuro e quello dei loro figli.
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Corriere Adriatico