Il salvataggio del bimbo disperso nel bosco, soccorritore con il drone è un suo parente: «Quando siamo arrivati ho capito subito chi era»

Francesco Riti con il drone soccorso alpino e il bimbo di 3 anni salvato
ACQUASANTA TERME - È ancora ricoverato in ospedale il bambino di tre anni che nel pomeriggio di venerdì si era perso nei boschi di Quintodecimo, ad Acquasanta....

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ACQUASANTA TERME - È ancora ricoverato in ospedale il bambino di tre anni che nel pomeriggio di venerdì si era perso nei boschi di Quintodecimo, ad Acquasanta. Le sue condizioni non destano particolare preoccupazione ma i medici hanno deciso precauzionalmente di tenerlo in osservazione. Sono stati momenti di paura quelli vissuti dal momento in cui la nonna si è accorta che il nipote si è allontanato fino a quando è stato ritrovato sano e salvo dai soccorritori.

 

Le ricerche

Novanta minuti di ricerche durante i quali una intera comunità è rimasta con il fiato sospeso. Decisivo si è dimostrato l’apporto dei volontari del soccorso alpino. Tra questi c’era anche Francesco Riti che può vantare una grande esperienza nel pilotare il drone che ha poi sorvolato la zona consentendo di individuare il bambino. Per lui, non è stato però un intervento come tutti gli altri. «Per me c’è stato anche un coinvolgimento emotivo perché il bambino è un mio parente - racconta Riti -. Quando siamo stati allertati, ci siamo portati sul posto e in quel momento ho capito chi era il bambino che stavamo cercando».

Si è subito iniziato a passare al setaccio il bosco nelle vicinanze della casa. «Non avevamo indizi e la zona è particolarmente impervia - ha spiegato - pertanto, come prima cosa, abbiamo individuato una zona primaria a 360 gradi intorno alla casa in cui si sono concentrate le ricerche e poi, ci siamo mossi anche tenendo conto delle informazioni preziose che ci hanno fornito alcune persone del posto che ci hanno indicato alcuni sentieri presenti nella zona».

Il piccolo di tre anni in poco tempo era riuscito ad allontanarsi facendo perdere le proprie tracce. «Per riuscire a trovarlo, è stata decisiva la termografica - ha ricordato Riti -. Con il drone abbiamo sorvolato la zona e attraverso la scansione del calore abbiamo subito individuato la sagoma del piccolo e a quel punto ci siamo potuti muovere per raggiungerlo in tempi brevi».

 

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Corriere Adriatico