Whirlpool cede l’impianto di Napoli Trema anche Melano, subito sciopero

Whirlpool cede l’impianto di Napoli Trema anche Melano, subito sciopero
FABRIANO - Cessione in vista per lo stabilimento napoletano di Whirlpool. E inevitabilmente sorgono timori anche per il mega impianto di Melano, il maggiore produttore di piani...

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FABRIANO - Cessione in vista per lo stabilimento napoletano di Whirlpool. E inevitabilmente sorgono timori anche per il mega impianto di Melano, il maggiore produttore di piani cottura a gas ed elettrici di Whirlpool per l’area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa). L’annuncio, da parte dei vertici della multinazionale statunitense, di voler vendere l’impianto partenopeo, avvenuto ieri a Roma nel corso di un incontro con i sindacati per un aggiornamento relativo al piano industriale 2019-2021, è stato come un fulmine a ciel sereno.


 

Non è un caso che Fim, Fiom e Uilm abbiano reagito subito con durezza, abbandonando il tavolo di confronto e proclamando uno sciopero in tutti i siti italiani del gruppo per l’intera giornata di ieri. Per l’impianto di Napoli, che occupa 420 dipendenti e produce lavatrici a piattaforma Omnia, il colosso industriale americano «intende procedere – si legge in una nota dell’azienda – con la riconversione del sito e la cessione del ramo d’azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito stesso». Whirlpool ha confermato sia i 250 milioni di euro di investimenti per il 2019-2021, sia il trasferimento a Comunanza della produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia (ci sarà un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800.000 pezzi), sia le mission di Cassinetta di Biadronno (polo Emea per i prodotti da incasso per le categorie freddo e cottura), Siena (dedicato alla produzione di congelatori orizzontali) e Melano (hub regionale per i piani cottura ad alta gamma).


Tuttavia, le parti sociali sono già in fibrillazione, perché l’annuncio inerente al sito napoletano ha colto tutti di sorpresa, anche considerando che non risalgono a molto tempo fa le assicurazioni del gruppo statunitense riguardo all’importanza dell’Italia nelle strategie aziendali. E qualche paura emerge pure per l’impianto fabrianese di Melano, dove entro il 2019 si ipotizza un aumento della produzione fino alla realizzazione di 1.800.000 piani cottura. «Un’azienda che non rispetta gli accordi, disattendendo ciò che aveva detto appena qualche mese fa – sottolinea Pierpaolo Pullini, segretario provinciale della Fiom – mette in discussione la propria credibilità, aggravando quella fase di incertezza che, almeno sotto certi aspetti, regna già da diverso tempo.

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Corriere Adriatico