Vodka nella bottiglia della minerale Un inganno per ubriacare la 14enne

Vodka nella bottiglia della minerale Un inganno per ubriacare la 14enne
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ANCONA - Prima sentiranno lei, la ragazzina di 14 anni, in un luogo riservato e adatto che non le faccia vivere questo passaggio obbligato come una nuova sofferenza. Poi toccherà a lui, l’amico un po’ più grande, accusato di averla trattata come una preda per sfogare le sue voglie in una notte di mezza estate. È il giorno delle verità incrociate messe a verbale su quanto accaduto la sera di giovedì scorso al Passetto, vicino alla Seggiola del papa, tra una ragazzina al primo anno delle superiori e un 17enne della sua comitiva, poco dopo che il fidanzatino di lei, anch’egli 14enne, intorno alle 22 aveva lasciato la compagnia per rientrare a casa. 


 

Poco più tardi, la ragazza è corsa incontro a un grottarolo, uscito per capire chi stesse urlando, come se avesse incontrato il demonio in persona. «Sono stata stuprata, mi hanno stuprato». Di sicuro un approccio fisico tra lei e il 17enne c’è stato, anche se solo i referti medici del Salesi, consegnati direttamente alla Procura dei minori come prevede il codice rosa per le presunte vittime di violenza sessuale, diranno se la percezione avuta dalla ragazzina di quella situazione, senz’altro grave e sgradevole, riguardi un rapporto sessuale completo o una situazione più sfumata, un tentativo o altro, che però per il codice penale - qualora la ricostruzione fosse confermata - sarebbe comunque una violenza sessuale ai danni di una minore. 

E bisognerà vedere se la procuratrice dei minori Giovanna Lebboroni, dopo gli interrogatori di oggi, contesterà al 17enne anche l’aggravante della minorata difesa indotta dal consumo di sostanze alcoliche, perché la ragazzina racconta di essere stata indotta a bere da una bottiglia per acqua minerale che però conteneva un superalcolico, probabilmente vodka al limone. Quel contenitore in vetro trasparente con l’etichetta di una minerale può aver ingannato inizialmente la ragazzina o ha scelto lei di bere qualcosa di forte? 


Forse tutto sarà più chiaro oggi, quando gli investigatori avranno sentito i due protagonisti della vicenda ed esaminato i primi referti medici del pronto soccorso del Salesi. La ragazzina, oltre al legale a cui s’è affidata la famiglia, l’avvocato Marina Magistrelli, avrà accanto uno psicologo. Più tardi toccherà al 17enne essere interrogato, affiancato anch’egli da un avvocato difensore. La sera dei presunti abusi aveva subito raggiunto la ragazzina, insieme a un’altra coppia di fidanzatini, cercando di minimizzare l’accaduto davanti al grottarolo e poi agli agenti. I poliziotti lo avevano accompagnato in questura e lì, nella prima versione a caldo, s’era difeso giurando di non aver usato violenza. «L’ho solo baciata, ma lei ci stava». Ma a sentire la ragazzina, semistordita dall’alcol, lui si è spinto oltre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico