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Lo sfogo
«La situazione è diventata insostenibile» è il suo sfogo. Di roditori «ce ne sono veramente tanti» dice, ricordando come «ci è capitato di avvistarne anche sei nell’arco di una sola mattinata». Per strada, certo, ma anche dentro i palazzi. Entrano da vetri rotti di appartamenti sfitti o da cantine malamente sigillate.
Ma quello nella penombra dell’androne non è il solo incontro ravvicinato da brividi di cui i residenti di via Pergolesi sono stati protagonisti. «Per far giocare i bambini, su uno dei terrazzi abbiamo lasciato una scatola di pennarelli ed altri giocattoli» racconta Maccotta. «Qualche tempo fa, un ragazzino ha fatto per prendere un pastello ed aprendo la scatola ha trovato due ratti, uno gli è anche salito sul petto» continua. Ma l’elenco potrebbe andare avanti, tra i roditori che passeggiano allegramente nel verde dove giocano i bambini o che cercano riparo nell’autorimessa dei condomini.
La signora Maccotta mostra anche un’altra fotografia: anche stavolta in primo piano c’è un grosso ratto, sorpreso a camminare su alcuni muretti. «Chi parcheggia l’auto nei posteggi si ritrova questi animali che scorrazzano sotto le vetture o che addirittura ci salgono sopra» è un’altra delle storie di ordinario degrado che la residente ci racconta. Per non parlare delle feci di topo che vengono frequentemente rinvenute nei pianerottoli del condominio, dove capita anche che alcuni residenti lascino gli stendipanni coi vestiti ad asciugare. Insomma, il quadro pare abbastanza chiaro nella sua tragicità. Ecco perché la signora Maccotta ed alcuni altri inquilini di via Pergolesi hanno deciso di darsi da fare per sollecitare un intervento più rapido possibile da parte delle autorità competenti.
L’esasperazione
Prove alla mano, visto che raccontano dell’esistenza di molteplici verbali dei Vigili del Fuoco chiamati ad intervenire per cercare di stanare gli animali avvistati nelle pertinenze del condominio. «Purtroppo non ci sono riusciti» aggiunge Maccotta. Sette famiglie, di cui almeno una decina di bambini, lo ricordiamo. È mai possibile che debbano vivere in queste condizioni?
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Corriere Adriatico