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ANCONA - Servisse un trailer per presentare l’operazione “Euro Green Pass”, l’indagine della Squadra mobile che ieri ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari, basterebbe estrapolare sei minuti tra le tante ore di filmati registrati dalle micro-telecamere piazzate dagli investigatori nel box dove operava il finto vaccinatore.
Tra le ore 9 e 45 e le 9 e 51 del 6 dicembre scorso Emanuele Luchetti, infermiere professionale, finge di praticare l’iniezione in rapida sequenza a tre della stessa famiglia arrivata ad Ancona da Civitanova.
Padre e due figli, una dei quali appena 14enne, sfilano nella cabina porgendo il braccio scamiciato, ma quel che accade lo inquadrano bene le micro-telecamere piazzate dalla Mobile diretta dal dottor Carlo Pinto. «Si nota Emanuele Luchetti, con la siringa nella mano destra, scaricare il contenuto della siringa all’interno del contenitore Agobox posto alle spalle del paziente ed immediatamente dopo apporre il cerotto sulla spalla sinistra dell’uomo», descrive la scena il giudice per le indagini preliminari Carlo Masini, nell’ordinanza. E altre volte il vaccino veniva sparato direttamente nel cestino.
La tecnica
Con quella stessa tecnica, tra il primo e l’8 dicembre, l’infermiere Luchetti avrebbe falsamente vaccinato 22 persone, tutti No Vax convinti o loro figli minorenni, che così hanno potuto continuare a fare la stessa vita di prima scaricando il Green pass rafforzato, benché esposti al contagio e senza protezione.
La provocazione
«Hai visto quell’episodio di Palermo?», chiede Luchetti al medico. «T’ha messo ansia...», lo provoca l’altro. «Eh n’attimo, lì per lì, la telecamerina, adesso so ossessionato da tutto, me metto a guardà dappertutto». Troppo tardi, perché nel frattempo gli investigatori della Mobile, coordinati dal pm Ruggiero Di Cuonzo, avevano raccolto materiale in abbondanza per chiederne l’arresto concesso dal gip, che parla nell’ordinanza «di inaudito spreco di una fondamentale e preziosa risorsa pubblica quale il siero vaccinale».
Il giudice sottolinea che Emanuele Luchetti, accusato di corruzione, falso e peculato, ha agito «per un riprovevole interesse personale di tipo patrimoniale». Nelle conversazioni registrate o intercettate, l’infermiere se ne vanta a più riprese. «Si stanno muovendo ste’ cose... Tutto si pensava tranne che in un anno io compravo la casa. Fino a ieri piangevo che non gliela facevo a pagare 100 euro”, dice l’11 dicembre parlando al telefono con Liana Spazzafumo, 60 anni, dirigente regionale in servizio all’Agenzia regionale della Sanità, a lui legata sentimentalmente. L’amica sorride: «Lo so ma le cose cambiano». E il giorno dopo, parlando con Miglietta, l’infermiere medita anche di cambiare l’auto. «E’ un macchinone, il mio futuro sogno», dice mostrando l’immagine di una bella vettura.
Lo sconto
Ma in alcune occasioni, a meno che non siano vanterie da spaccone, Luchetti avrebbe praticato le finte iniezioni sperando di avere in cambio prestazioni sessuali da giovani donne che aspiravano al Green pass abusivo. «Finora tutte storie un po’ stupidotte», si lascia andare a una confidenza con Miglietta alludendo a una finta vaccinata con cui averebbe avuto una storia di sesso, concludendo con la nota massima “la fi... è la fi...”. E in un’altra occasione, ma anche qui bisognerà vedere dove si spingono le millanterie, Luchetti racconta di uno sconto fatto a una coppia salita da Taranto per ingraziarsi un futuro esaminatore. «So’ amici di un mio professore. Questa gente dopo me darà una mano sugli esami».
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Corriere Adriatico