Nessun medico rileva l’ambulatorio, i pazienti devono cambiare Comune: ecco come la piccola comunità vive l'emergenza

Nessun medico rileva l’ambulatorio e i pazienti devono cambiare Comune: ecco come la piccola comunità vive l'emergenza
TRECASTELLI  - A fine mese andrà in pensione la dottoressa Fiorella Perlini e i suoi pazienti dovranno scegliersi il dottore in un altro Comune. Nessuno dei nuovi...

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TRECASTELLI  - A fine mese andrà in pensione la dottoressa Fiorella Perlini e i suoi pazienti dovranno scegliersi il dottore in un altro Comune. Nessuno dei nuovi medici di famiglia, messi a disposizione dall’Asur, vuole aprire lo studio a Monterado di Trecastelli, prendendo il suo posto. I residenti di questa località dovranno scegliersi un medico a Corinaldo, Senigallia, Ostra, Ostra Vetere, Serra de’ Conti e Arcevia.

 

Il sindaco di Trecastelli Marco Sebastianelli ha già scritto all’Asur sollecitando una soluzione al problema, senza costringere i suoi concittadini ad avere il medico di famiglia in un altro Comune. L’Asur ha però chiesto di pubblicare sulla pagina Facebook dell’ente l’avviso per darne massima diffusione perché, entro fine mese, dovranno scegliere un altro medico tra quelli disponibili. «Gli iscritti nell’elenco degli assistiti della dottoressa Fiorella Perlini – riporta l’avviso – sono invitati ad effettuare la scelta di un nuovo medico fra quelli disponibili».

Segue poi l’elenco con i nominativi. Sono tutti in altri comuni. Sempre l’azienda sanitaria ieri ha reso noto che nello scorso fine settimana, nella Terapia intensiva di Senigallia, ha avuto luogo un prelievo d’organi. «Questo è potuto avvenire grazie alla sensibilità e alla generosità della famiglia di un uomo di 60 anni – riporta la dottoressa Cristina Scala, primario - che, gravemente malato, è stato ricoverato presso l’UOC di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Principe di Piemonte. Ci tengo a ringraziare sentitamente i familiari del donatore per l’esempio che hanno dato di grande solidarietà verso il prossimo e di fiducia verso noi sanitari in un’epoca provata da una grave pandemia. A questi ringraziamenti aggiungo un sentito grazie a tutto il personale medico ed infermieristico che ha permesso che questo prelievo avesse luogo».

Durante la permanenza del donatore in terapia intensiva, così come in sala operatoria, una profonda motivazione e grande professionalità ha contraddistinto il lavoro di tutti. «Auspico che questo evento rappresenti la ripresa di un’attività fondamentale per la società – sottolinea la dottoressa Scala, primario della Rianimazione che aggiunge -: dimostra, ancora una volta, che l’Ospedale di Senigallia è in prima linea per il bene comune».

 

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Corriere Adriatico