Trattenere qua i laureati? Il rettore della Politecnica delle Marche Gregori indica la via: «Una connessione più forte con il mondo delle imprese»

Trattenere qua i laureati? Il rettore della Politecnica delle Marche Gregori indica la via: «Una connessione più forte con il mondo delle imprese»
ANCONA «L’Università lavorerà sempre di più per far comprendere agli studenti quante opportunità offrono le nostre imprese». Parola...

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ANCONA «L’Università lavorerà sempre di più per far comprendere agli studenti quante opportunità offrono le nostre imprese». Parola di Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, che interviene dopo la denuncia degli imprenditori anconetani raccolta domenica dal Corriere Adriatico. «I ragazzi preferiscono andare a fare esperienza fuori e qui siamo a corto di laureati» è l’appello degli industriali dorici, già alle prese con una carenza di personale che può portare gli uffici risorse umane a cercare determinate figure altamente professionalizzate per più di due anni. E senza alcuna garanzia di successo. 

 


Le vie da percorrere 

Ma quale strategia occorrerà intraprendere per fermare questo fenomeno? «Le strade sono due» secondo il rettore Gregori, che declina il suo piano d’azione. «Porteremo avanti percorsi di orientamento in entrata, erogando borse di studio per agevolare l’iscrizione delle studentesse a corsi nell’area STEM» è il primo keypoint. Per quanto la ripartizione tra generi dell’Univpm sia di per sé ottima, come certificato da Almalaurea, che nel 2022 ha registrato il 52% di iscritti uomini ed il 47% di donne, la situazione diventa più complicata quando si analizzano determinati corsi, e quindi settori. Con un occhio alla sola ingegneria industriale e dell’informazione, otteniamo addirittura un 71,3% di uomini ed il solo 28,7% di donne. Non serve stupirsi, allora, se dalle aziende si leva un grido di spavento: «Ci servirebbero sei volte i laureati che sforniamo ogni anno». Altro tassello, forse ancora più importante, è riuscire a conservare qui ad Ancona, al massimo in provincia, le eccellenze coltivate nelle aule della Politecnica. «Potremmo riuscirci attraverso una connessione con il mondo delle imprese sempre più forte, per dar modo al tessuto imprenditoriale di presentarsi a studentesse e studenti» spiega Gregori. Che, di fatto, dà ragione alle critiche mosse dagli stessi imprenditori al tessuto economico del capoluogo - ormai si parla di marketing delle risorse umane. Tornando sui dati di Almalaurea per il 2022, vediamo come soltanto il 55,8% degli studenti dell’Univpm si dicono disposti a lavorare nell’anconetano, ovvero la provincia di studio. Percentuale che scende al 55,4% se si parla di Regione Marche. Praticamente un neolaureato su due non ci pensa neanche di inviare dei curriculum alle aziende doriche. E considerando che - sempre nel 2022 - il 75% circa degli studenti arrivava o da Ancona o dalle Marche, il dato è significativo. Le mete predilette? Tengono bene il Nord ed il Centro Italia (che fanno incetta di circa il 50% di preferenze ciascuno) così come l’Europa tutta. Gusto per il viaggio e la scoperta o semplicemente costrizione a far di necessità virtù? Difficile dirlo. L’unica certezza ce la dà la statistica: il 40% dei ragazzi sarebbe disposto a fare le valigie e cambiare residenza per lavorare.

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Corriere Adriatico