Stupro in piscina, i due indagati si difendono: «Nessuna violenza sulle ragazze, solo un abbraccio»

Stupro in piscina, gli indagati si difendono: «Nessuna violenza sulle ragazze»
PERUGIA Uno, il 20enne perugino, dice di non essere mai stato alla festa improvvisata nella piscina di Ponte San Giovanni. L’altro, il 23enne di origine egiziana, sostiene...

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PERUGIA Uno, il 20enne perugino, dice di non essere mai stato alla festa improvvisata nella piscina di Ponte San Giovanni. L’altro, il 23enne di origine egiziana, sostiene di aver «ricevuto un abbraccio dalla ragazza». E poi di «essere andato via dalla piscina». Si difendono così i due giovani finiti al centro dell’indagine della Squadra Mobile di Perugia con l’accusa di violenza sessuale continuata e aggravata e violenza di gruppo per i fatti avvenuti a Perugia nella notte tra il 17 e il 18 luglio. 

 


Le versioni

Contro di loro c’è la denuncia, in particolare, presentata da una delle due ragazze fabrianesi, che ha raccontato di essere stata abusata sessualmente mentre si trovava in piscina, a cui era giunta (assieme a un gruppo di persone) dopo aver partecipato a una festa di paese. «Mentre uno mi teneva ferma, l’altro mi stuprava» la versione della 20enne, sentita più volte dagli agenti della Squadra Mobile e assistita legalmente dall’avvocato Ruggero Benvenuto. Stando alla ricostruzione accusatoria, sarebbe stato l’egiziano l’autore materiale dello stupro. Un’accusa pesantissima che il ragazzo, difeso dall’avvocato Gianni Dionigi, rigetta con forza. «Non c’è stato nessun abuso. Sono arrivato in piscina, ho ricevuto un abbraccio dalla ragazza e me ne sono andato». Anche il 20enne perugino, assistito dal legale Massimo Brazzi, contesta ogni accusa, sostenendo persino di non essere mai arrivato al party abusivo a Ponte San Giovanni. 

La decisione

L’impianto comunale, a quell’ora di notte, era ovviamente chiuso. Ma parte del gruppo con cui le due fabrianesi avevano trascorso la serata, aveva deciso di raggiungerlo, in particolare per la sua relativa vicinanza alla stazione ferroviaria, considerando che le ragazze avrebbero dovuto prendere il treno di prima mattina per tornare nella Città della Carta. Dunque, i lettini della piscina avrebbero consentito alla comitiva un piccolo ristoro. 

Le indagini

Per ora, le indagini hanno consentito di identificare solo due ragazzi, che rimangono indagati a piede libero. Sono in corso di identificazione altri giovani. Le fabrianesi (la 24enne dice di essere stata palpeggiata) hanno parlato di un gruppo di «almeno 8 persone», alcune delle quali conosciute in precedenza sui social. Martedì, la procura perugina ha affidato l’incarico a un medico legale e a una ginecologa per accertare le condizioni delle 20enne che sarebbe stata stuprata. Ieri, sono state affidate altre due perizie: a un genetista e a un esperto informatico. Quest’ultimo andrà a caccia di chat social e messaggi estrapolati da uno dei telefoni sequestrati. Ai raggi X, per ora, quello del 20enne perugino. 

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Corriere Adriatico