Strage in disco, la mega folla e il file audio: «Ho stampato 6mila prevendite»

Strage in disco, la mega folla e il file audio: «Ho stampato 6mila prevendite»
ANCONA - Oltre ai video acquisiti dagli investigatori, nell’inchiesta sulla strage di Corinaldo sono importanti gli audio. Come quello, acquisito dai carabinieri, in cui si...

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ANCONA - Oltre ai video acquisiti dagli investigatori, nell’inchiesta sulla strage di Corinaldo sono importanti gli audio. Come quello, acquisito dai carabinieri, in cui si sente una voce - attribuita al dj Marco Cecchini, figlio di Quinto, uno dei gestori del locale - dire: «...So’ messo abbastanza male perché di solito stampo cinquemila prevendite: ne ho stampate 6mila e me sa che non bastano».

 
Chi parla, dà l’impressione di avere in mano l’organizzazione dell’evento con Sfera Ebbasta. Se fosse davvero la sua voce, anche Cecchini jr rischia in teoria di essere trascinato nell’inchiesta come gestore occulto del locale. Meno interessante, secondo gli investigaori, il video di un addetto alle security che di spalle spiega al Tg2 che un suo collega, in servizio alla “Lanterna Azzurra” la notte maledetta, all’indomani gli ha raccontato al telefono (con tanto di audio registrato) che due uscite di sicurezza su tre «erano incatenate per non far uscire gente e non perdere il controllo dei timbri». E il testimone indiretto, che dice di aver lavorato fino a tre mesi fa alla security della discoteca di Corinaldo, aggiunge per esperienza diretta che quella era la prassi, quando arrivava un ospite d riguardo: tenere tutti dentro fino alle ore ’1 e 30-2 per garantire un effetto pienone. «E’ quasi mandato del management della discoteca», dice senza mostrarsi in volto il bodyguard. Se fosse vero - ma agli investigatori non risulta che due uscite fossero sbarrate e preferiscono concentrarsi su testimonianze dirette - potrebbe spiegarsi il motivo per cui tante persone si sono ammassate sull’uscita sul retro, dove si è creato l’imbuto mortale. Quella era di sicuro aperta, come ha precisato il procuratore capo Monica Garulli «perché molte persone erano state fatte uscire per fumare». E ciò ha creato un effetto barriera. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico