ANCONA - «Da parte dei tecnici della Commissione di vigilanza c’è la totale disponibilità a collaborare con la procura per chiarire ogni aspetto...
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Entrambi membri effettivi della Commissione che il 12 ottobre 2017 aveva fornito la licenza di pubblico spettacolo ai gestori della Lanterna Azzurra, rientrano nella nuova lista di indagati stilati dalla procura in relazione alla tragedia avvenuta la notte dello scorso 8 dicembre. A loro, come agli altri componenti dell’ente di vigilanza dell’Unione dei Comuni Misa-Nevola, vengono contestati reati come il disastro colposo, lesioni colpose, omicidio colposo plurimo e falso ideologico in atto pubblico. Un’ipotesi accusatoria, quest’ultima, notificata per aver falsamente attestato la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per rilasciare la licenza di pubblico spettacolo alla Magic, tralasciando di verificare tutta una serie di potenziali pericoli legati all’immobile tuttora classificato – sostiene la procura – come magazzino agricolo e privo di agibilità urbanistica.
«Hanno fatto tutto quello che la procedura indicava loro – afferma l’avvocato Magistrelli -, ma di questo parleranno quando verranno ascoltati dagli inquirenti per chiarire le funzioni svolte». L’avvocato Stefano Mengucci, legale della famiglia di Eleonora Girolimini, la mamma di 399 anni, morta nella calca, ha commentato che «ci aspettavamo che venisse vagliata la posizione della Commissione: non è un atto di giustizialismo, siamo ben lontani da arrivare ad una condanna».
I nuovi indagati sono stati tirati in ballo dopo le risultanze degli accertamenti tecnici eseguiti da due periti della procura che avevano lasciato presupporre nuovi profili d’inchiesta, aprendo uno spiraglio per far indagare la procura anche sugli aspetti amministrativi della vicenda. Dalle perizie erano emerse una serie di lacune, sia sul piano della gestione di eventuali emergenze, sia sul fronte uscite di sicurezza. Un altro tassello è rappresentato dalla capienza massima. Sulla licenza rilasciata al locale si parla di un immobile che può contenere al massimo 871 persone. In relazione al parametro dei cambi d’aria, l’immobile – se avesse avuto il certificato dell’agibilità urbanistica - avrebbe potuto ospitarne invece solo 255, stando alle risultanze tecniche dell’ingegner Costanzo Di Perna, tecnico della procura. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico