Strage alla Lanterna: il 17enne indagato dà in escandescenze

Strage alla Lanterna: il 17enne indagato dà in escandescenze
CORINALDO - Turbato da una telefonata ricevuta in comunità, il 17enne indagato per la strage della Lanterna Azzurra ha avuto uno scatto di nervi. Il ragazzo - ospite in una...

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CORINALDO - Turbato da una telefonata ricevuta in comunità, il 17enne indagato per la strage della Lanterna Azzurra ha avuto uno scatto di nervi. Il ragazzo - ospite in una comunità educativa - ha prima litigato con il suo interlocutore, forse una donna, agitandosi e urlando finché era al telefono. Poi, per sfogare la rabbia e la frustrazione, si è scagliato contro un armadio danneggiando un’anta. Sono questi i dettagli della comunicazione fatta al Tribunale dei minori. È accaduto mercoledì sera. 


 

Il personale della comunità è intervenuto prontamente, anche per evitare che il giovane si facesse del male. Dell’accaduto è stato successivamente informato quindi il Tribunale dei minori oltre ai carabinieri. Il ragazzo dello spray, come è stato più volte definito, si trova in una comunità della regione da alcune settimane. Una scelta presa soprattutto a tutela della propria incolumità, che ha visto d’accordo anche la famiglia. È però insofferente per la situazione in cui si trova, per la pressione psicologica che subisce, giurando di non essere stato alla Lanterna Azzurra quel maledetto 7 dicembre quando sono morti cinque adolescenti e una giovane mamma. Continua a ribadire la sua estraneità e si sente un capro espiatorio. Un peso grande, quello di vedersi indagato per una tragedia che ha visto morire ragazzini poco più piccoli di lui. Il 2018 era finito per lui anche con una denuncia da parte della polizia per aver rapinato, insieme ad altri due giovani, un gruppetto di ragazzini la notte di Halloween nel centro storico di Senigallia. Una serie di situazioni pesanti per il 17enne che si ritiene estraneo ad ogni vicenda che gli viene contestata.

Intanto ieri c’è stato un nuovo sopralluogo alla Lanterna Azzurra, la discoteca in località Madonna del Piano a Corinaldo dove hanno perso la vita cinque minorenni e una mamma che era andata ad accompagnare la figlia. Oltre ai Ris che ne hanno fatti già due, ieri è stata la volta dell’Arpam e dei consulenti della Procura: il tenente colonnello dei carabinieri Marcello Mangione, specializzato in ingegneria civile e l’ingegnere Costanzo Di Perna, docente di fisica ambientale all’Università Politecnica delle Marche. I periti hanno effettuato appurate verifiche, in particolare sulle uscite di sicurezza mentre i tecnici dell’Arpam hanno effettuato dei rilievi sull’impianto di areazione. Ne avevano già effettuati nel precedente nei frigoriferi. I sopralluoghi proseguiranno anche nella giornata odierna.

«Bastava rispettare le regole e alla Lanterna Azzurra non sarebbe successo nulla». È il pensiero unanime dell’associazione Rose Bianche sull’asfalto e del gruppo “Giustizia per le vittime della Lanterna Azzurra” che hanno organizzato un incontro per martedì sera. All’appuntamento saranno presenti l’avvocato Corrado Canafoglia, legale del Gruppo “Giustizia per le Vittime della Lanterna Azzurra”, e Matteo Principi, sindaco di Corinaldo. 


L’incontro si terrà martedì alle 21 presso la sala polivalente di Corinaldo in via degli Eroi ed è rivolto a tutti i genitori dei ragazzi presenti alla Lanterna. «Sarà un momento importante di confronto – spiegano i promotori -. Di fronte ad una tragedia di così grandi proporzioni due sono le possibilità: cercare di dimenticare ringraziando di aver potuto riabbracciare i propri figli oppure rompere quel muro fatto di omertà o del semplice vivere il proprio orticello e dare un esempio ai nostri figli. Questo sia il momento di esserci, di partecipare, di aiutare le famiglie di coloro che sono deceduti in quella terribile sera ma anche tutte le ragazze ed i ragazzi che hanno vissuto quella terribile sera». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico