SIROLO - Non era coniugato e, ancor più grave, non ha mai abitato la casa acquistata con i favori dell’ediliza agevolata per giovano coppie. Morale: deve restituire...
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Il paese mormora, il resto è cronaca. Tutto è iniziato dal flussodi segnalazioni anonime arrivate alla Municipale e tradotte poi in avvertimento, in un invito a difendersi. Detto, fatto. La contromossa di quell’uomo, finito nel mirino di chiacchiere e non solo, non tarda ad arrivare. E si sfila così, dalla violazione dell’impegno di «contrarre il matrimonio entro sei mesi dalla stipula del relativo atto d’acquisto dell’immobile, pena la revoca dell’assegnazione», si sfila così: le mancate nozze non dipendono da lui, «perché il rapporto con la sua compagna terminò per autonoma scelta di quest’ultima». E ancora: «L’unico impegno assunto contrattualmente era quello di non vendere l’immobile acquistato entro i dieci anni dalla stipula, pena il pagamento di una penale al Comune». Conclude: «Pertanto non vi era alcuna condizione ostativa alla locazione a terzi dell’immobile».
Nulla di fatto: il Comune di Sirolo resta fermo nelle sue convinzioni. Rispedisce al mittente le giustificazioni accampate dal giovane e lo scrive chiaro in una lunga delibera del 29 marzo scorso. L’attacco: «I suddetti scritti difensivi sono parzialmente fondati». E via con una lunga serie di «considerato» al termine dei quali un punto è incontrovertibile: questo matrimonio s’ha da fare, altrimenti niente casa. In un altro passo si contesta che «non può certamente costituire causa di forza maggiore il fatto di essere stato lasciato dalla compagna, circostanza peraltro solamente accampata negli scritti difensivi e non provata in alcuna maniera».
Si arriva al nucleo: l’appartamento in questione è stato pagato 178mila euro, risparmiando secondo il Comune almeno 121mila euro. Un affare fatto scavalcando altre dodici coppie, che ambivano all’acquisto della stessa casa, da ottenere sempre con i favori dell’ediliza agevolata. E allora si ripassa dal via, con una nuova graduatoria. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico