JESI - "Ho controllato le sue analisi, potrebbero esserci dei problemi e quindi deve venire da me per una visita di approfondimento ginecologico". Non c'era nulla di vero su...
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Lo slittamento è dovuto al fatto che nel processo pendente in Puglia è stato chiesto l'affidamento di una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e di volere: nel caso Urgo fosse riconosciuto affetto da vizio di mente anche il tribunale di Ancona ne prenderà atto e l'uomo verrà prosciolto per incapacità.
L'uomo si spacciava per medico al telefono con le pazienti e, a quanto pare, era a conoscenza di alcune informazioni riservate che le riguardavano, in particolare visite o analisi. Il modus operandi sarebbe stato sempre lo stesso: chiamava le donne e ipotizzava l'insorgere di una malattia grave. Nel caso della paziente di Jesi, però, il trucco non riuscì perché la donna non diede seguito alle sue richieste.
Dopo il colloquio telefonico la paziente si rivolse ai carabinieri per denunciare l'accaduto. Le indagini portarono ad individuare l'imputato come presunto responsabile delle molestie. Risultò che doveva rispondere di accuse simili in altre parti d'Italia e che a Trani era già sotto processo per un caso analogo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico