Per 20 anni ostaggio del marito «Sei piccola, non vali niente»

Per 20 anni ostaggio del marito «Sei piccola, non vali niente»
SERRA SAN QUIRICO Per vent’anni sarebbe stata costretta a subire umiliazioni, violenze fisiche e morali, anche davanti agli occhi dei figli. «Non vali niente»,...

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SERRA SAN QUIRICO Per vent’anni sarebbe stata costretta a subire umiliazioni, violenze fisiche e morali, anche davanti agli occhi dei figli. «Non vali niente», «senza di me sei zero», «stupida» le avrebbe ripetuto il marito, tra scatti di gelosia e picchi di rabbia alimentati dal vizio dell’alcol. E poi, secondo quanto riscontrato dalla procura, ci sarebbero state botte, schiaffi e pugni. Solo l’ultimo episodio, nel dicembre 2015, aveva spinto la donna, una 50enne della Vallesina, ad andare via di casa e rivolgersi alle forze dell’ordine per raccontare ogni cosa. 


Aveva dovuto scavare nel suo passato prima di sporgere denuncia. A quasi due anni da quell’atto di coraggio, la sua storia è finita in un’aula di tribunale. Ieri mattina, il marito, un operaio 53enne difeso dal legale Mirco Piersanti, è stato condannato a 22 mesi di reclusione, pena sospesa, per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Il pm Ruggiero Dicuonzo, aveva chiesto una condanna di tre anni. Alla vittima, costituitasi parte civile tramite l’avvocato Giuseppe Muzi, andranno 20 mila euro di risarcimento. Secondo quanto emerso in udienza, fin dai primi anni di matrimonio, all’inizio degli anni Novanta, l’uomo avrebbe esercitato una sorta di potere nei confronti della moglie, screditandola e umiliandola con parole di disprezzo. La manipolazione avrebbe costretto la 50enne a rinunciare ai suoi hobby e a vivere una vita serena. Gli insulti venivano pronunciati, secondo il suo racconto, anche davanti ai figli della coppia. Frasi del tipo «non capisci nulla», «sei piccola, non vali niente», «non mi devi lasciare altrimenti ti distruggo», erano diventati per lei la cassa di risonanza di una situazione insopportabile, peggiorata in un secondo momento dalle botte.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico