Senigallia, vocalist pestato per la sigaretta negata. Condannato l’aggressore del Mamamia

Senigallia, vocalist pestato per la sigaretta negata. Condannato l’aggressore del Mamamia
SENIGALLIA Tramortito da un pugno in pieno volto, era finito al tappeto sotto gli occhi dell’amico: un colpo così forte da fargli perdere i sensi....

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SENIGALLIA Tramortito da un pugno in pieno volto, era finito al tappeto sotto gli occhi dell’amico: un colpo così forte da fargli perdere i sensi. Un’aggressione brutale, un lampo di follia scatenato dall’alcol e da una sigaretta negata. A seguito del pestaggio avvenuto nei giardini del Mamamia - era il 16 giugno 2019 - il vocalist della serata, un senigalliese oggi 32enne, era finito all’ospedale con un occhio tumefatto, ferite giudicate guaribili in 30 giorni e un danno permanente al dotto lacrimale. L’aggressore, un anconetano che all’epoca aveva appena vent’anni, era invece scappato dalla discoteca. 

 


La sentenza

Ieri il giudice Francesca Grassi ha condannato a un anno e due mesi di reclusione (pena sospesa) l’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Marrino. Il vocalist, che si è costituito parte civile tramite l’avvocato Loredana Camilli dello studio legale Scaloni, ha chiesto anche un risarcimento danni di 50mila euro: per ora è stata stabilita una provvisionale di 10mila euro (più spese legali). L’aggressione, immotivata e violenta, era avvenuta nel momento in cui il vocalist, durante una pausa, si era portato nel giardino della discoteca per una boccata d’aria e due chiacchiere con un amico. Mentre i due parlavano, si era avvicinato uno sconosciuto per chiedere loro una sigaretta. Un “no” fu sufficiente per scatenare la furiosa reazione dell’imputato, che mandò a quel paese i due giovani. «Che problemi hai?» gli chiese il vocalist. Un affronto agli occhi dell’aggressore che, probabilmente alterato da qualche drink di troppo, perse la testa. Stando all’accusa, sferrò un pugno in faccia al 32enne, così forte da mandarlo ko. Poi infierì su di lui, colpendolo anche quando era a terra, il tutto sotto gli occhi di altri giovani presenti in discoteca: alcuni di loro ripresero con il cellulare parte della cruenta scena e il momento in cui l’aggressore si era allontanato senza prestare soccorso. A riconoscerlo tra le foto segnaletiche furono, nei giorni seguenti, la stessa vittima e il suo amico, in sede di denuncia dai carabinieri. 

I filmati

Ieri nel tribunale di Ancona è stato ascoltato proprio il testimone, che ha confermato il racconto già fatto agli inquirenti. Il pestaggio, oltretutto, era stato in parte registrato dalle telecamere di videosorveglianza del Mamamia: i filmati erano stati acquisiti nelle fasi delle investigazioni. Per la difesa, che chiedeva l’assoluzione, l’imputato aveva reagito a una provocazione. Non è stato dello stesso avviso il giudice che l’ha condannato a 14 mesi di reclusione per lesioni personali aggravate dai futili motivi. 

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Corriere Adriatico