«Non posso uscire da sola, mio marito mi controlla e segue. Ho bisogno di aiuto». La donna e la figlia in una località segreta

«Non posso uscire da sola, mio marito mi controlla e segue. Ho bisogno di aiuto». La donna e la figlia in una località segreta
SENIGALLIA  - «Non posso uscire di casa, nemmeno per fare la spesa. Mio marito mi controlla e mi segue». E’ la richiesta d’aiuto arrivata ai servizi...

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SENIGALLIA  - «Non posso uscire di casa, nemmeno per fare la spesa. Mio marito mi controlla e mi segue». E’ la richiesta d’aiuto arrivata ai servizi sociali da parte di una donna che, approfittando dell’assenza del marito, ha fatto il primo passo per interrompere un rapporto malato. Per lei è stato attivato un programma di protezione. Dopo i primi giorni di emergenza, presso un alloggio rifugio di Pesaro, adesso si trova insieme alla figlia, minorenne, in una località segreta per ricominciare una nuova vita. 

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Tutto è iniziato a febbraio quando la donna, italiana residente in città, ha preso il coraggio di chiedere aiuto. Non poteva andare dai carabinieri perché il marito, pur lavorando, riusciva a controllarla e si sarebbe accorto se fosse uscita da sola. Le era infatti vietato. Ha raccontato anche che in alcune occasioni l’aveva picchiata, motivo per cui lei evitava di disobbedire e, per paura di farlo arrabbiare, viveva segregata in casa. Le poche occasioni di uscita, per fare la spesa, andare dal dottore o altre necessità, avvenivano solo in sua presenza. Schiava di un marito padrone. Il lockdown aveva inoltre esasperato la convivenza. Con tutte le cautele del caso è stato attivato il programma di protezione e la rete antiviolenza, che ha visto un’ottima collaborazione tra servizi sociali del Comune e i carabinieri. In un secondo momento la signora ha sporto denuncia contro il marito per maltrattamenti. 



Nei giorni scorsi è stata firmata la determina per liquidare la spesa di soggiorno alla casa rifugio di Pesaro, dove madre e figlia hanno trascorso i primi giorni. Sono state nel frattempo trasferite in un’altra località, seguite dai servizi sociali mentre la denuncia è stata trasmessa in procura. Questa donna ha ritrovato anche la libertà di poter compiere gesti semplici e per molti scontati, come concedersi una passeggiata o semplicemente fare la spesa. Da anni infatti non poteva uscire da sola e anche tra le mura domestiche il marito la controllava. La donna ha pensato che contattare i carabinieri sarebbe stato troppo pericoloso così ha cercato il Comune. Se il marito le avesse chiesto spiegazioni, nel caso si fosse accorto, avrebbe potuto dire che stava chiedendo un’informazione. Prelevare lei e la figlia non è stato facile. E’ stato necessario attendere il momento giusto, con la certezza che l’uomo non sarebbe rientrato per il tempo utile a farle uscire. Tutto però si è risolto per il meglio e, anche questa volta, la rete ha funzionato.

 

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Corriere Adriatico