Il pusher liberato è tornato in spiaggia «Sono musulmano, faccio come voglio»

Il pusher liberato è tornato in spiaggia «Sono musulmano, faccio come voglio»
SENIGALLIA -  «Sono musulmano, faccio quello che voglio». Ha gridato in spiaggia il 38enne gambiano tornato libero, dopo essere stato arrestato per spaccio e...

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SENIGALLIA -  «Sono musulmano, faccio quello che voglio». Ha gridato in spiaggia il 38enne gambiano tornato libero, dopo essere stato arrestato per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. Poi è tornato nei giardini Morandi. I carabinieri dopo aver perquisito, senza trovare nulla, l’agriturismo Brignoni di Ostra Vetere, che lo ospitava, hanno trasmesso gli atti al Prefetto affinché venga rigettata la richiesta di asilo. Le braccia rivolte verso il cielo. Medio e indice alzati in segno di vittoria. Si è presentato così ai Bagni Marco e Virgilio sul lungomare Marconi, dove il giorno prima era avvenuta una colluttazione con i carabinieri che lo avevano arrestato. «Sono quello di ieri – urlava – quello con i carabinieri. Sono libero, Dio è stato buono con me perché sono musulmano e posso fare quello che voglio».


 

Uno choc per i bagnanti e per uno dei dipendenti dello stabilimento balneare presente, disposto a raccontare l’accaduto. Preferisce non apparire in pubblico, per non avere guai con lo spacciatore, ma è a disposizione delle forze dell’ordine per confermare, se necessario, ciò di cui è stato testimone. «Il giorno dell’arresto mentre fuggiva è inciampato qui da noi – racconta – un carabiniere è riuscito a fermarlo, lui è fuggito ed è stato preso nel piazzale davanti alla Rotonda. Rimesso in libertà è voluto tornare qui a farsi vedere, vantandosi di essere tornato libero. Diceva che è musulmano e può fare quello che vuole. Siamo davvero rimasti male ».

È Stato poi visto di nuovo nei giardini Morandi insieme ai suoi amici spacciatori e parcheggiatori. «Condivido la linea della struttura che ha deciso di non riprenderlo – commenta Rodolfo Pancotti, sindaco di Ostra Vetere – la legge va rispettata e chi non lo fa se ne assume le conseguenze. Conosco poco però della vicenda che cercherò di approfondire recandomi anche nella struttura». La gente temeva che il 38enne sarebbe rientrato ad Ostra Vetere a cercare i suoi connazionali. Invece è tornato lì dove era stato visto spacciare. Nel 2016 era arrivato come richiedente asilo. Era stato affidato alla struttura di Ostra Vetere. Di giorno spacciava a Senigallia e di notte andava a dormire lì dove aveva vitto e alloggio garantito. Ora però gli hanno dato il ben servito. Non vogliono problemi. Contattati telefonicamente, i gestori rispondono che non possono rilasciare dichiarazioni.


Ad invocare una linea dura è l’ex sindaco di Ostra Vetere ora consigliere comunale Massimo Bello. «Che la struttura l’abbia cacciato credo fosse il minimo da fare – commenta -. L’episodio è gravissimo. Non solo perché il clandestino richiedente asilo abbia commesso un reato ma perché durante la sua permanenza ad Ostra Vetere gestiva i suoi affari illeciti. Il casolare in cui risiedono al momento questi migranti irregolari deve assolutamente essere chiuso. Il mio gruppo consiliare si farà portavoce presso la Prefettura e il Ministero degli Interni proprio per capire ed approfondire la situazione. Per sapere se lì ci sono altri delinquenti altrimenti ci troviamo di fronte a un focolaio, che in un piccolo paese come Ostra Vetere può produrre effetti dannosi. Per quel che mi riguarda il buonismo è finito. Chi è in regola rimane, chi non lo è deve tornare in patria». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico