SENIGALLIA - Aperta dall’Asur un’indagine interna per la morte di una 74enne, dimessa dopo un’emorragia al naso e poi deceduta senza che mai un otorino la...
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«Non era la prima volta che le accadeva un simile episodio – spiega l’avvocato Olivetti - alcuni mesi prima era stata prontamente curata dall’otorinolaringoiatra presente in ospedale, in poche ore e senza alcuna conseguenza. Quel giorno purtroppo, ciò non accadde, in quanto trattandosi di un sabato, l’otorinolaringoiatra per disposizioni organizzative dell’Area Vasta, non si trovava presso il nosocomio senigalliese». La 74enne è arrivata alle 11.46 al pronto soccorso con un codice giallo e alle 13.19 è stata visitata. Le è stata somministrata della morfina e alle 15.21 è stata dimessa. Alle 19.30 però ha accusato un’altra forte emorragia e i familiari hanno chiamato il 118. E’ arrivata a casa un’ambulanza con due infermieri che, con un codice giallo, alle 20,14 l’hanno portata al pronto soccorso. Alle 20,21 è stata visitata e alle 21,15 si è verificata una emorragia più grave che ha comportato il tracollo dei parametri vitali. È stata massaggiata e intubata dal medico rianimatore ed è stato contattato l’otorino dell’ospedale di Ancona. Alle 21,42 il dottore del pronto soccorso ha contattato la direzione sanitaria per ottenere una consulenza otorinolaringoiatra. Alle 21,57 è stato poi chiamato il medico specialista, reperibile a Fabriano, che non poteva recarsi all’ospedale di Senigallia, in base alle indicazioni del primario. Alle 22,55 l’otorino di Ancona, sempre via telefono, ha consigliato di tenere la paziente in rianimazione dove il 9 ottobre alle 9,57 è morta. Questo racconta la cartella clinica, ottenuta nei giorni scorsi dai familiari. «I miei clienti credono che siano stati commessi degli errori e delle omissioni nella procedura – spiega il legale - attribuibili sia all’imperizia del personale medico sia alla carenza organizzativa della struttura. In particolare desta perplessità la decisione di dimetterla senza il parere dello specialista, viste anche le precarie condizioni della paziente.
Ancora più dubbi vengono sollevati in ordine all’organizzazione dell’ospedale di Senigallia: come è possibile che nei weekend non ci sia la presenza di un presidio otorinolaringoiatra nel nosocomio senigalliese, e perché, considerata questa assenza, non si preveda che i pazienti affetti da tali patologie siano immediatamente trasferiti verso l’ospedale più vicino dotato di tali figure professionali? Appare alquanto strano che non sia stata trasportata già nel primo pomeriggio in altra struttura, dove il professionista fosse presente, al fine di valutare una terapia. L’Asur ci ha risposto di aver avviato una indagine interna, a seguito della nostra segnalazione, per accertare eventuali responsabilità». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico