La denuncia choc di Alessandra Matteuzzi un mese prima di dell'omicidio: «Ho paura di trovarmi Giovanni di fronte»

La denuncia choc di Alessandra Matteuzzi un mese prima di dell'omicidio: «Ho paura di trovarmi Giovanni di fronte»
SENIGALLIA - Giovanni Padovani aveva accesso a quel condominio ed era venuto in possesso delle password social della sua ex. È quanto emerge dalle deposizioni che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SENIGALLIA - Giovanni Padovani aveva accesso a quel condominio ed era venuto in possesso delle password social della sua ex. È quanto emerge dalle deposizioni che Alessandra Matteuzzi ha rilasciato in occasione della denuncia per stalking, un mese prima che il suo persceutore, il calciatore ed ex modello di Senigallia, la uccidesse. Alessandra aveva paura di trovarselo di fronte: «Alla luce di tutte le occasioni in cui è riuscito ad accedere al condominio dove abito, ho sempre timore di ritrovarmelo davanti ogni volta che torno a casa, o quando apro le finestre». Una situazione che Alessandra viveva con terrore: «Tutte le volte in cui io ho accondisceso alle richieste del Padovani è stato per paura di scatenare la sua rabbia»

Il gip: «Padovani spinto da una gelosia irrefrenabile. Rischio di recidiva altissimo, deve rimanere in carcere»

I social 

Come se non bastassero le continue richieste di video per dimostrare dove fosse e cosa facesse, Alessandra Matteuzzi aveva denunciato di essere controllata costantemente sui social dal compagno. «Ho potuto constatare che erano state modificate sia le email che le password abbinate ai miei profili, sostituite con indirizzi di posta elettronica e password riconducibili a Padovani». Aggiungeva «ho rilevato anche che il mio profilo Whatsapp era collegato a un servizio che consente di visualizzare da un altro dispositivo tutti i messaggi da me inviati. Ne ho quindi dedotto che che nei giorni in cui era stato da me ospitato era riuscito a reperire tutte le mie email e le mie password che avevo memorizzato nel telefono». Una vera e propria ossessione social:  «Anche una semplice foto da me postata sui social e che inquadrava le mie scarpe appoggiate sul cruscotto dell'auto al rientro da una trasferta di lavoro era stata motivo di una sua scenata». Alessandra raccontava l'ossessione del compagno: «È stato più volte aggressivo nei miei confronti, ma non ha mai usato violenza fisica, sfogando la sua rabbia, sempre dovuta alla gelosia, con pugni sulla porta».

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico