Il mistero dell’aggressione sul lungomare: la ragazza resta grave e non può parlare

Il mistero dell’aggressione sul lungomare: la ragazza resta grave e non può parlare
SENIGALLIA  - Sta meglio la 35enne aggredita brutalmente mercoledì mattina sul lungomare Mameli da uno sconosciuto. Si trova nel reparto di Rianimazione...

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SENIGALLIA  - Sta meglio la 35enne aggredita brutalmente mercoledì mattina sul lungomare Mameli da uno sconosciuto. Si trova nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Senigallia. La prognosi è ancora riservata ma, pur essendo sedata, è cosciente. L’intervento chirurgico è riuscito. Ha riportato, dopo essere stata presa a calci e pugni, la lacerazione di un rene e una lesione alla milza. 

 
Ancora i dottori non hanno permesso a nessuno di parlarle. Non deve affaticarsi. La polizia non ha potuto ascoltarla comunque si sente di rassicurare sul fatto che si sia trattato di un episodio isolato, che difficilmente potrebbe ripetersi. La ragazza non ha precedenti, attualmente è senza lavoro ma nel mese di agosto aveva fatto la badante. Non ha parenti in città e nella comunità georgiana la conoscono di vista. Non è chiaro ancora se conoscesse il suo aggressore o se sia capitata nella sua traiettoria nel momento sbagliato. Quanto accaduto ha generato apprensione in città. «Il Consiglio delle donne esprime solidarietà e vicinanza alla giovane donna aggredita – le parole della presidente uscente Michela Gambelli, alla guida fino alle prossime elezioni dell’organismo istituzionale –. Una violenza inaudita che condanniamo con forza, fiduciose che il responsabile possa essere presto individuato. Restiamo a sua disposizione, come istituzione comunale, per aiutarla in tutto ciò di cui dovesse avere bisogno per sostenerla». Difesa legittima sicura è pronta, con la sua rete di avvocati penalisti e consulenti, ad assumere gratuitamente la difesa della giovane aggredita. 



«Un atto che, per il momento, resta senza l’individuazione del responsabile – interviene l’avvocato Roberto Paradisi, coordinatore di Difesa legittima sicura - ma che, purtroppo, dimostra come la violenza sulle donne non si arresta nonostante la soglia di attenzione anche mass mediale molto alta. E anche città apparentemente tranquille come Senigallia celano un sottobosco di violenza e di illegalità. Difesa legittima sicura nata per contrastare in termini concreti la violenza sulle donne (anche con una rete di palestre di arti marziali pronte ad ospitare gratuitamente le donne che abbiano subito aggressioni), non può restare insensibile a simili eventi».

 

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Corriere Adriatico