Massimo Olivetti si concentra sui problemi concreti: «Io penso a fare rete partendo dalla sanità»

Massimo Olivetti si concentra sui problemi concreti: «Io penso a fare rete partendo dalla sanità»
SENIGALLIA - Non è una priorità per il candidato di centrodestra comporre la Giunta. Lo è invece parlare con i cittadini e cercare soluzioni a partire dalla...

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SENIGALLIA - Non è una priorità per il candidato di centrodestra comporre la Giunta. Lo è invece parlare con i cittadini e cercare soluzioni a partire dalla sanità. «Per la strada la gente mi chiede cosa potrei fare una volta sindaco per il nostro ospedale – spiega Massimo Olivetti -. Innanzitutto dire la verità. La politica regionale ha sinora trascurato Senigallia ed i rappresentanti locali, Mangialardi e Volpini, hanno permesso che tutto fosse accentrato a Jesi e Fabriano, privando Senigallia di potere e competenza locale, questo va detto».


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Che fare allora? «Il sindaco non ha strumenti operativi e decisionali – prosegue - tutto è nelle mani della Regione. Quante volte quest’affermazione è risuonata in passato per giustificare il non aver mai fatto opposizione alle scelte del partito, con un silenzio complice? Fuggire in politica non porta lontano e il 20 e 21 settembre le Marche ce l’hanno ricordato. Non fuggire vuol dire anche sottoporsi al giudizio della cittadinanza nel democratico confronto pubblico tra candidati, rifiutato da Volpini».

Ecco quindi la ricetta di Olivetti. «Non bisogna isolarsi ma fare rete: collaborare, unire gli sforzi in obiettivi comuni. I cittadini delle Marche hanno scelto una direzione diversa, le grandi città e i principali centri sanitari stanno convergendo verso una revisione del progetto sanitario, fallimentare fino a ieri ed imposto alla popolazione. Solo rinnovando la classe dirigente politica Senigallia potrà agganciarsi al treno del cambiamento sociale economico e sanitario. Diversamente la nostra città sarà destinata all’isolamento e la rete sanitaria, tanto declamata, sarà realtà compiuta solo per le città accomunate dal cambiamento politico. Non nascondere, non fuggire, non isolarsi. Questa è l’unica ricetta per una sanità forte e vicina alle persone». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico