SENIGALLIA - «È necessario ripristinare il fondo per gli orfani del femminicidio e adoperarsi per tutelare le donne». A parlare è Carmelo Calì, il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Continua: «Mi rivolgo a Salvini, Conte e Di Maio, alla loro sensibilità, perché riattivino il fondo, con contributi proporzionati al fenomeno, e si adoperino per prevenire il reato di femminicidio, ascoltando le richieste di aiuto delle donne che non devono essere lasciate sole come è invece accaduto a mia cugina Marianna, che non è stata creduta». Proprio da Senigallia è partita nel 2017 una petizione, che ha raccolto 36.208 firme, per sbloccare la proposta di legge sul risarcimento agli orfani delle vittime di femminicidio. A lanciarla il Consiglio delle donne. Un passo in avanti fatto che rischia di essere vanificato. Proprio la città dalla spiaggia di velluto ha accolto i bimbi di Marianna Manduca, grazie alla generosità di Carmelo e Paola, diventati i protagonisti del film che giovedì sera ha tenuto incollati alla televisione oltre 5 milioni di telespettatori. Interpretati da Giorgio Pasotti e Vanessa Incontrada.
«Carmelo e Paola sono dei supereroi, hanno avuto tanto coraggio e non si può non ammirarli – le dichiarazioni degli attori –, siamo noi dei loro fan ed è stata una grande responsabilità rappresentarli sul set». Un’emozione anche per i veri protagonisti. «È stato bello ritrovarsi nel film – raccontano i genitori adottivi dei tre orfani di Marianna Manduca –, la battaglia che portiamo avanti non è solo per i nostri figli ma per tutti gli orfani che hanno il diritto di essere tutelati e sostenuti. Con questa finalità è nata l’associazione “Insieme a Marianna” che stiamo portando anche nelle scuole per sensibilizzare sul fenomeno». Una storia unica quella di Carmelo e Paola che, con estrema generosità, hanno aperto la porta di casa ai tre bambini ora adolescenti, nonostante avessero già altri tre figli, due in casa e il terzo già autonomo. Nel 2007, quando Marianna venne accoltellata dal marito, si presero in carico i tre bimbi. Un affido temporaneo diventato poi un’adozione. Da loro non hanno più voluto separarsi. Anni di sacrifici, giornate di sconforto, paure insormontabili. Superati con la forza dell’amore. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico