SENIGALLIA - Per l’accusa avevano imbastito un maxi giro di prostituzione tra Montemarciano e il Ciarnin di Senigallia, favorendo e sfruttando l’attività...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE: Lite per l'affidamento della figlia, aggredisce i suoceri e i poliziotti: 30enne in manette
Per il gruppetto il processo inizierà a maggio 2021. Un calabrese di 62 anni, difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia, ha già definito la sua posizione, venendo giudicato con il rito abbreviato: un anno e quattro mesi, pena sospesa, per essere stato l’autista di una squillo romena. Per l’accusa, sostenuta dal pm Rosario Lioniello, il suo compito era di accompagnare la ragazza nei luoghi della prostituzione: lungo la statale o in un appartamento di Montemarciano dove si appoggiavano le lucciole per accogliere i clienti più facoltosi, disposti a pagare centinaia di euro per una prestazione.
L’operazione dei carabinieri era stata ribattezzata “Transilvavia”. Da questa regione provengono due presunti sfruttatori (di 30 e 32 anni), arrestati nel settembre 2015. A far scattare le indagini era stato un regolamento di conti tra gang rivali per il controllo della prostituzione. C’era stato un accoltellamento in via Podesti, a Senigallia, dove era rimasto ferito un romeno. Per quel fatto, erano finiti in arresto proprio i due imputati che tra oltre un anno dovranno affrontare il processo assieme ai loro connazionali. Per la procura, le somme che le squillo dovevano versare ai loro boss variavano in base al numero di clienti giornalieri. Una notte poteva costare anche mille euro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico