Importavano ragazze dalla Romania: alla sbarra la banda delle prostitute

Importavano ragazze dalla Romania: alla sbarra la banda delle prostitute
​Importavano ragazze dalla Romania: alla sbarra la banda delle prostitute
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Martedì 4 Febbraio 2020, 02:55
SENIGALLIA  - Per l’accusa avevano imbastito un maxi giro di prostituzione tra Montemarciano e il Ciarnin di Senigallia, favorendo e sfruttando l’attività di giovani squillo, fatte venire dalla Romania per vendere in strada (e in un appartamento preso in affitto) il loro corpo. A cinque anni dal blitz che aveva consentito ai carabinieri di svelare i dettagli del meretricio di almeno sei ragazze romene, il gup Francesca De Palma ha rinviato a giudizio i componenti del sodalizio accusato di aver gestito il business della prostituzione. Si tratta di quattro romeni tra i 30 e i 36 anni. A vario titolo sono accusati di aver favorito o sfruttato le prestazioni delle lucciole tra l’estate e l’autunno del 2015. 

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Per il gruppetto il processo inizierà a maggio 2021. Un calabrese di 62 anni, difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia, ha già definito la sua posizione, venendo giudicato con il rito abbreviato: un anno e quattro mesi, pena sospesa, per essere stato l’autista di una squillo romena. Per l’accusa, sostenuta dal pm Rosario Lioniello, il suo compito era di accompagnare la ragazza nei luoghi della prostituzione: lungo la statale o in un appartamento di Montemarciano dove si appoggiavano le lucciole per accogliere i clienti più facoltosi, disposti a pagare centinaia di euro per una prestazione.

L’operazione dei carabinieri era stata ribattezzata “Transilvavia”. Da questa regione provengono due presunti sfruttatori (di 30 e 32 anni), arrestati nel settembre 2015. A far scattare le indagini era stato un regolamento di conti tra gang rivali per il controllo della prostituzione. C’era stato un accoltellamento in via Podesti, a Senigallia, dove era rimasto ferito un romeno. Per quel fatto, erano finiti in arresto proprio i due imputati che tra oltre un anno dovranno affrontare il processo assieme ai loro connazionali. Per la procura, le somme che le squillo dovevano versare ai loro boss variavano in base al numero di clienti giornalieri. Una notte poteva costare anche mille euro. 
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