Nuovo focolaio, è allarme nella casa di riposo: 34 ospiti sono positivi, uno trasferito all'ospedale

La passata visita dei Medici senza frontiere alla casa di riposo
SENIGALLIA - Nuovo focolaio alla casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti, con ben 34 ospiti positivi. All’interno della struttura è stata attivata inoltre una stanza...

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SENIGALLIA - Nuovo focolaio alla casa di riposo Opera Pia Mastai Ferretti, con ben 34 ospiti positivi. All’interno della struttura è stata attivata inoltre una stanza per le visite, con pareti di vetro e microfoni per guardare i propri cari e parlare anche con loro. Questo è possibile solo per gli anziani negativi al virus perché per gli altri c’è l’isolamento. Sono riesplosi quindi i contagi, nel giro di pochi giorni. Gli ultimi esiti dei tamponi sono arrivati ieri. A portare il virus all’interno due operatori asintomatici risultati però positivi.

 

«Purtroppo ci troviamo di nuovo a fare i conti con il virus – dichiara Mario Vichi, presidente della Fondazione Opera Pia – finora era andato tutto bene e invece abbiamo registrato parecchi casi ma per fortuna, ed è questo l’aspetto che mi rincuora, solo due su un totale di 34 positivi hanno la febbre, gli altri sono asintomatici ma devono ovviamente stare tutti in isolamento. La situazione è quindi sotto controllo». Dei due che hanno la febbre uno è stato trasferito in ospedale, essendo alta, l’altro viene monitorato all’interno dell’immobile di via Cavallotti. Ricoverato anche un altro anziano della struttura ma per problemi legati all’Alzheimer. «Due operatori sono risultati positivi ed hanno portato all’interno della casa di riposo il covid – aggiunge il presidente –, nonostante l’elevato numero di tamponi che vengono eseguiti, anche giornalmente, non si può stare tranquilli. Ad ogni modo abbiamo attivato la procedura già sperimentata nella prima ondata, isolando le aree per evitare che i positivi possano entrare in contatto con i negativi».



Per questi ultimi inoltre è stata attivato un servizio innovativo per andare incontro alle esigenze dei parenti che chiedono almeno di vedere dal vivo i propri cari pur non potendoli toccare. «È stata realizzata una stanza con pareti a vetro che separano gli ospiti dai loro parenti in visita – conclude il presidente Vichi – e con dei microfoni in modo tale che possano vedersi e parlarsi ma non entrare in contatto. Al massimo mettono la mano sul vetro».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico