SENIGALLIA - E' morto il fondatore della Comes, Antonio Pierfederici, conosciuto da tutti come Bibi. Aveva 87 anni. A dare la notizia della sua scomparsa è stata...
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Oggi showroom e punti vendita resteranno chiusi per lutto. In città alla sede di via Abbagnano a Borgo Molino, da qualche mese si è aggiunto il punto vendita di Strada della Bruciata a Cesano dove è possibile trovare tutto ciò che serve per la casa, per realizzarla, progettarla, sognarla. L’ultima uscita pubblica di Antonio Pierfederici era stata lo scorso novembre proprio in occasione dell’inaugurazione della sede di Cesano. Nonostante la tradizione preveda che sia il sindaco a tagliare il nastro, in quell’occasione era stato invece l’imprenditore a dare quella sforbiciata di buon augurio per la florida azienda, attiva nel settore dell’edilizia. Impresa che proprio lui ha fondato, lasciando poi il testimone ai figli Alessandro e Giovanni, chiamati a guidare una realtà aziendale lunga 51 anni. Antonio Pierfederici è morto domenica all’Opera Pia Mastai Ferretti. Oggi alle 15 presso il piazzale della casa di riposo si terrà una preghiera di commiato. Seguirà la tumulazione presso il cimitero della Grazie.
L’imprenditore lascia la moglie Ginetta, i figli Giovanni e Alessandro, le nuore Monica e Roberta ed i nipoti Giammarco, Giacomo, Giorgia e Tommaso. Molti i messaggi di cordoglio ricevuti dalla famiglia Pierfederici appena si è diffusa la notizia della scomparsa del fondatore della Comes. «Ci uniamo al dolore della famiglia in un momento così tragico – le parole di Giacomo Mugianesi, segretario della Cna -, con la Comes abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto di stima e di collaborazione sul territorio. La Cna esprime le più sentite condoglianze per la scomparsa di un grande imprenditore». «Una persona stimata che ha contribuito con la sua impresa ad uno sviluppo urbanistico e residenziale della città – interviene Ludovica Giuliani, assessore alle Attività Economiche -. Caparbiamente ha voluto unire in un’unica realtà, quella del Cesano, le diverse attività dall’edilizia, ai sanitari al legno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico