Gli ambulanti adesso alzano la voce: «Fateci andare sul lungomare»

Una veduta dall'alto del mercato di piazza Garibaldi
SENIGALLIA  - Bancarelle sul lungomare o sul lungofiume per consentire la ripresa del mercato. A chiederlo sono i venditori ambulanti. «Il 18 maggio apriranno le...

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SENIGALLIA  - Bancarelle sul lungomare o sul lungofiume per consentire la ripresa del mercato. A chiederlo sono i venditori ambulanti. «Il 18 maggio apriranno le attività al dettaglio – spiega Giorgio Terenzi, referente degli ambulanti di piazza Garibaldi – ma non è specificato se in sede fissa o in forma ambulante. Noi proprio non esistiamo. Riteniamo che la vendita all’aperto non possa creare problemi sempre che sia gestita con accortezza evitando assembramenti». 


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Hanno già le idee chiare su come si potrebbe gestire. «In piazza Garibaldi c’è tanto spazio con la possibilità distanziarci ancora di più – aggiunge -. L’unico problema è rappresentato dai Portici, i cui venditori si potrebbero spostare sul lungofiume evitando che la gente si accalchi. Siamo disposti a sposarci tutti sul lungomare, lì si che lo spazio non mancherebbe». Ci sono poi degli accorgimenti da prendere e questo gli operatori lo sanno bene. A partire dal fatto che la gente non potrebbe toccare tutta la merce in vendita, tra i vestiti sui banchi ad esempio. «Possiamo mettere a disposizione noi i guanti – aggiunge Terenzi – e saremmo noi a far rispettare le regole. Io dico che come finora è stato permesso dal Governo agli ambulanti del settore alimentare di lavorare, ci venga concesso anche a noi. La modalità è la stessa. Noi abbiamo voglia di lavorare ma se non ce lo consentiranno allora ci dovranno dare uno stipendio da portare a casa tutti i mesi per mantenere le nostre famiglie». Al fianco della categoria anche Confartigianato.


«Fra i settori completamente dimenticati e su cui non si è spesa una parola figura il commercio su aree pubbliche – interviene il segretario Giacomo Cicconi Massi -. Da quasi cinquanta giorni queste imprese sono state emarginate, quasi non esistessero più. Gli strumenti messi in campo dal Governo sono troppo deboli e la categoria vuole lavorare». Il Comune invece per tutte le imprese ha già previsto lo slittamento delle scadenze dei tributi ed è disposto a ragionare sulla loro cancellazione per quanto riguarda il periodo del lockdown. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico