SASSOFERRATO - Rubati due cani addestrati per la ricerca del tartufo. È successo nella notte tra giovedì e venerdì scorsi in un fondo privato di Monterosso...
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«Ho subito notato che qualcosa non andava – spiega. Il lucchetto tagliato in due, il cancello appena appoggiato, solo due dei quattro cani che si affacciavano ed erano particolarmente nervosi». I ladri si sono impossessati di un lagotto, cane di razza, di pelo bianco, di tre anni, di nome Bitter e di un pointer incrociato con uno springer, pezzato bianco e marrone, chiamato Fiuto di 4 anni. «Sapevano quello che facevano – incalza Fabio - . I ladri hanno preso i due cani più bravi nella ricerca del fungo. Non può essere un caso. I ladri devono aver osservato i miei cani e i miei movimenti per capire quali dei quattro erano i migliori».
Sul caso indagano i carabinieri forestali della caserma di Sassoferrato che confermano che finora non ci sono stati mai furti di cani da tartufo nel comprensorio. Ma casi di avvelenamenti. Sporta denuncia contro ignoti per il reato di furto. Ovviamente la notizia ha sconvolto il piccolo mondo dei cercatori di tartufo dove tutti o quasi tutti si conoscono. Il furto di un cane non è solo il furto di un animale di alto valore che sul mercato vale tra i 3mila e 4mila euro, alcuni addirittura il doppio, ma il ladro ruba un animale che vive un rapporto simbiotico con il suo padrone.
Il cane cerca il prezioso fungo non per lui ma per la felicità del suo padrone. Un’amicizia senza parole che fa che i ladri non hanno soltanto rubato in una proprietà ma violato affetti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico