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SASSOFERRATO - Ha rischiato di morire per abitudine giovedì sera la sessantenne Adelaide Spoletini. Ha rischiato di morire annegata nelle acque del Nevola, il torrente che alimenta il suo molino. Si trova a Cafabbri, nel gomito della curva della Sp48 che porta da San Lorenzo in Campo a Sassoferrato, lì dove s’innesta la strada verso Cabernardi che s’inerpica sulle colline plasmate dal ginesio, dal materiale di risulta dell’ex miniera di zolfo.
«All’inizio – racconta – non avevo dato importanza al fatto che l’acqua stava di nuovo allagando il piazzale».
La fiducia
La 60enne, tuttavia, ha avuto fiducia. Ma non Michele Carbonari che, dopo aver controllato la proprietà del padre distante un centinaio di metri, ha capito la gravità della situazione. Coraggioso, ha affrontato il buio e le acque, raggiungendo il terrazzo e convincendo la mugnaia a fuggire. «Ho preso Emma, la mia cagnolina e mi sono aggrappata a Michele. Ringrazio Dio che è forte, senza di lui sarei morta. Le gambe mi cedevano e più di una volta ho bevuto acqua e fango». Adelaide oggi è ospite della sorella. Piange la sua casa. L’acqua ha quasi raggiunto il secondo piano e spostato le pesanti macine di pietra. Con il cugino Eraldo a Magnadorsa di Arcevia, è l’ultima mugnaia di una stirpe che fa quel mestiere dal Medioevo.
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Corriere Adriatico