SASSOFERRATO - È un abbraccio grande tutta la Vallesina fino all’entroterra quello della comunità della chiesa cristiana evangelica alla famiglia di Beatrice,...
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«Stiamo cercando di proteggerli, con la preghiera e la viciananza. È così che l’amore di Dio si dimostra – spiega il Pastore Livio Vitiello alla guida della comunità –. Il rito funebre è aperto a tutti e si svolgerà domani (oggi per chi legge, ndr) a Fabriano».
E così ieri, mentre la famiglia devastata dal dolore è ospite nella grande casa di un’altra famiglia evangelica a Castelbellino, confratelli e consorelle si sono distribuiti i compiti: chi per sbrigare le pratiche in Comune, chi per organizzare il rito funebre, chi per recarsi ad Aspro nel villino, per «pulire e mettere in ordine affinché, quando il corpo di Beatrice sarà di ritorno a Fabriano, Rosy e William non si debbano preoccupare di altro».
Hanno tentato di rimuovere, nei limiti del possibile, ogni segno della tragedia: quelle lasciate dall’ambulanza e dai sanitari del 118, dai vigili del fuoco venuti da Arcevia, dall’unità anconetana che si occupa delle rilevazioni ambientali di sostanze nocive e tossiche e dai Carabinieri di Sassoferrato che indagano sul dramma. Tracce materiali che, purtroppo, non cancelleranno l’incubo di quei minuti, quando la mamma Rosimeire ha provato prima delle 7 a risvegliare i suoi bambini per andare a scuola e ha trovato morta nel suo lettino Beatrice e in fin di vita il fratellino.
Anche i paesi intorno ad Aspro si stanno organizzando. «Stiamo pensando a come manifestare nel miglior modo possibile la nostra vicinanza alla famiglia – spiega Giovanni Mezzopera di Coldellanoce -. Oltre al nostro sincero affetto, pensiamo a una colletta». Intanto ci s’interroga sull’incidente. Su quella stufa a legna in funzione da oltre undici anni, da quando la coppia ha comprato il villino e che, per ragioni ancora da accertare, ha esalato il gas killer saturando l’aria della camera dove dormivano i due bambini. «Sono addolorata – commenta la sassoferratese Rosella Garofoli, ex compagna di Alex Casteli, il fratello di William – per la bambina e per i miei cognati. I miei due figli andavano spesso dai cugini, anzi adoravano passare la notte da loro e dormire proprio in quella cameretta. L’impianto di riscaldamento è stato sempre perfettamente funzionante. Sapere che ha avuto una così letale disfunzione è un pensiero che mi angoscia».
Un’angoscia che in tante case si prova a sciogliere con i racconti soprattutto per aiutare i bambini, compagni di scuola di Beatrice, a metabolizzare la notizia. Racconti che parlano di una bimba esile, timida, educatissima che «voleva studiare lo spagnolo in prima media – ricordano in segreteria dell’Istituto didattico di Sassoferrato – la lingua che si avvicinava secondo lei al portoghese, quella del Paese dove erano nati i suoi genitori». Da ieri la salma è presso la casa del commiato Bondoni, in via Pietro Nenni a Fabriano. Sala che oggi sarà aperta per le viste dalle 8 fino alle 17. L’orario del culto funebre evangelico che si svolgerà in una sala della casa funeraria “Infinitum”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico