Addio a Woner Lisardi, la storia in una vita: domani l'ultimo saluto

Addio a Woner Lisardi, la storia in una vita: domani l'ultimo saluto
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SASSOFERRATO - Se n’è andato in punta di piedi Woner Lisardi, circondato dall’affetto di tanti che, ogni giorno, andavano a incontrarlo nella casa di riposo di San Giuseppe. Visite dovute a un anziano ritenuto tra i più lucidi testimoni del ‘900 sentinate. Una vita, la sua, la sua, segnata dalla storia. «Sono nato a Sassoferrato il 10 luglio 1924 - raccontava - ma per ragioni politiche registrato l’11 luglio. Il mio nome è Woner che, per i fascisti, non era trascrivibile. Mio padre Gregorio Lisardi era in Francia, ricercato dai fascisti, e mia madre non poteva presentarsi per cambiare il mio nome. Per cui passarono giorni e all’anagrafe furono costretti a segnarlo». Il mestiere Woner lo imparò nel tempio della meccanica, dagli artigiani Edoardo e Nanni Toni. Poi a 19 anni il richiamo della Resistenza e l’adesione al gruppo “Cacciatori del Foria”, battaglione che ostacolò l’azione dei tedeschi attraverso numerose azioni di sabotaggio, come la distruzione del ponte di Perticano sul Sentino, sulla statale Sassoferrato-Scheggia.


Con la Liberazione partì per Roma assunto dalla Voxson dove, da capo operaio, Woner divenne presto rappresentante sindacale. Poi il ritorno nella sua Sassoferrato, la passione per la fotografia, la scrittura, la voglia di raccontare la gente, i fatti e la storia. «Woner - commenta Alvaro Rossi che lo aiutò a perfezionare la narrazione nei suoi libri - era un uomo che raccontava la vita da protagonista assoluto ma così consapevole del suo ruolo in ogni momento che della storia era un testimone perfetto».


Intuì il potenziale dell’Anpi che nel sentinate contribuì a rivitalizzare favorendo azioni comuni con Fabriano come nell’erigere cippi nei luoghi della resistenza. Ma fu alla consegna della Medaglia della Liberazione in prefettura ad Ancona il 2 giugno 2016 che trasse soddisfazione. I suoi “fatti e misfatti” erano mattoni della Storia d’Italia. La salma è nella casa del commiato di Sandro Belardinelli in via Buozzi. I funerali si svolgeranno agli Scalzi domani alle 10. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico