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ANCONA - Cinque mesi per riuscire a formalizzare la richiesta di protezione internazionale. È l’attesa vissuta da una cittadino pakistano senza fissa dimora, costretto a rivolgersi al tribunale di Ancona per stringere sui tempi della procedura di protezione e accoglienza. Il giudice ha accolto il ricorso presentato d’urgenza dallo straniero, ordinando alla questura di formalizzare la ricezione della domanda di protezione internazionale entro cinque giorni dalla data del provvedimento; e alla Prefettura di provvedere all’accoglienza del pakistano.
I rinvii
Il ricorrente, che avrebbe raggiunto l’Italia a piedi e con mezzi di fortuna, è arrivato alla causa in tribunale dopo, così ha raccontato, essere stato “rimpallato” più volte dalla questura.
L’ordinanza
In questa vicenda, ha scritto il giudice nell’ordinanza, è stato «capovolto il percorso previsto dal legislatore, atteso che si è provveduto prima a verificare la disponibilità di posti per l’inserimento del soggetto nel sistema di accoglienza e, rilevata l’assenza di tale disponibilità, non è stato consentito al soggetto di formalizzare l’istanza di protezione». Una mancanza che ha «determinato il perpetuarsi della condizione di irregolarità del ricorrente, causando altresì l’impossibilità di accedere ai servizi connessi alla titolarità di un permesso di soggiorno».
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Corriere Adriatico