"Palpeggiava le nostre figlie in classe". I genitori accusano il prof "amico": a processo per violenza sessuale

Il tribunale di Ancona
CASTELFIDARDO - Strusciamenti, palpeggiamenti, ma anche percosse e ingiurie. Sono queste le accuse che la procura muove nei confronti di un professore di 60 anni, finito sul balco...

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CASTELFIDARDO - Strusciamenti, palpeggiamenti, ma anche percosse e ingiurie. Sono queste le accuse che la procura muove nei confronti di un professore di 60 anni, finito sul balco degli imputati per i reati di violenza sessuale e maltrattamenti. Tre le persone offese: si tratta di sue ex studentesse, all’epoca dei fatti minorenni e frequentanti le scuole medie di un istituto comprensivo di Castelfidardo. Due, stando alla pubblica accusa, avrebbero ricevuto le attenzioni morbose del docente.

 

 

Un’altra, invece, sarebbe stata vessata fisicamente e verbalmente, facendo presupporre il reato di maltrattamenti. I fatti: tra il 2016 e il 2018, nel corso di due differenti anni scolastici. Ieri mattina, davanti al collegio penale, è entrato nel vivo il dibattimento con le audizioni dei primi testimoni.
In aula, i genitori delle vittime che avrebbero subito gli atti sessuali, avvenuti – secondo quanto emerso – in classe. Hanno raccontato di come le loro figlie avevano svelato gli abusi in lacrime, portando alla luce un pesante trauma. Reso ancora più gravoso dal fatto che il docente era considerato come «un amico». Addirittura, una ragazzina lo aveva definito come «un padre». Davanti ai giudici anche un professore dell’istituto comprensivo e la preside che, all’epoca dei fatti, era stata messa al corrente del comportamento dell’imputato dai compagni di classe delle parti lese. 


Due, tramite i genitori, si sono costituite parte civile. Il 60enne – si era allontanato da scuola dopo le indagini avviate dai carabinieri – è accusato di aver toccato in un’occasione il sedere di una sua studentessa; in un’altra di essersi strusciato su una seconda ragazzina. Per quanto riguarda i maltrattamenti: si sarebbe rivolto a una minore gravata da alcuni deficit d’apprendimento con frasi come “sei stupida, “sei di coccio”, “non capisci niente” e l’avrebbe anche percossa, sbattendole la testa sul banco e colpendola con la punta del compasso. L’imputato, difeso dagli avvocati Gianni Marasca e Susanna Randazzo, rigetta ogni contestazione. Il 18 febbraio la prossima udienza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico