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ANCONA Sos Portonovo. La baia così rischia di scoppiare. Il doppio assedio, via mare e via terra, di barche e auto. Gli accessi sostenibili, ciclovia e pedonale, che non arrivano mai. Lo scempio dell’edificio ex Mutilatini. Il tanto atteso ripascimento e le continue frane della falesia. Il gioiello ai piedi del Conero chiede aiuto. Va tutelato, curato veramente. O altrimenti ce lo giochiamo.
I rinvii
Portonovo a numero chiuso, sì o no? Campo gavitelli al largo del Trave e Mezzavalle, sì o no? Non è più possibile andare avanti col rimpallo delle responsabilità. Il presidente del Parco del Conero, Riccardo Picciafuoco, l’altro giorno si è espresso in modo netto: «Mi adopererò per cominciare la sperimentazione del campo gavitelli nel 2024». Il sindaco Daniele Silvetti, invece, temporeggia: «Vedremo» dice. Sui parcheggi, idem: gli operatori chiedono più posti auto a monte. Il sindaco propende per il numero chiuso a valle. Anzi, «ad esaurimento posti» come preferisce definirlo.
Portonovo è la perla del Conero. Un luogo prezioso e di prestigio per quel brand turistico tanto sbandierato. Poi basta scendere a valle per inciampare sull’obbrobrio dell’edificio ex Mutilatini. Uno stabile abbandonato e meta di sbandati e clochard. Anche qui, il valzer delle buone intenzioni: La Regione, tramite i fondi Iti, ha annunciato un progetto di recupero complessivo del valore di 5 milioni di euro. Di cui 3 per gli ex Mutilatini e gli altri due per la realizzazione del sentiero pedonale che dalla rotatoria a monte scende a valle.
I collegamenti
Definire gli orizzonti temporali delle infrastrutture che, non solo darebbero a Portonovo un valore aggiunto, ma ne ridefinirebbero la fruizione in quella tanto ricercata modalità sostenibile, è un terno al lotto. Il sentiero pedonale è a tutti gli effetti ancora un’idea. Nero su bianco, non c’è nulla. Se non l’analisi preliminare del percorso, la cui progettazione rientra nella programmazione 2021-2027. Dunque l’unico dato certo è il termine entro il quale dovrà essere realizzato. Altra incognita: la ciclovia del Conero, attualmente ferma al primo tratto di 3 km, da Portonovo verso Ancona. Lavori fermi? Sì. Perché «nel periodo primavera-estate bisogna evitare di disturbare l’accoppiamento del rospo smeraldino, che vive nel parco». La biodiversità prima di tutto, va bene. Non fosse, però, che portare avanti un cantiere durante l’inverno è sempre faticoso per via del meteo. Quindi, anche su questo, rimane difficile poter parlare in concreto di tempistiche. Ma allo stesso tempo non si può nemmeno rimanere sospesi agli annunci e ai cronoprogrammi puntualmente disattesi. Lo stradello di Mezzavalle, poi, è in condizioni pessime. Anche ieri una turista si è infortunata durante la discesa, cadendo si è procurata una distorsione alla caviglia ed è dovuta intervenire la Croce Bianca di Numana.
Le manutenzioni
Ultimo, ma non per importanza, il problema delle manutenzioni. Il ripascimento delle spiagge è stato previsto per i primi di luglio. Oggi è il 4, e di ruspe nemmeno l’ombra. Si era anche parlato di arretrare gli stabilimenti per recuperare arenile. Verba volant. Intanto la falesia crolla. L’ultimo episodio domenica scorsa con una doppia frana: alla Vela e al Trave. Aree vietate ai bagnanti, eppure costantemente prese di mira. Controlli assenti e segnaletiche divelte. Portonovo più croce, che delizia.
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Corriere Adriatico